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Prima da Sinner

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Atp Finals di Torino, Jannik Sinner batte l’australiano Alex De Minaur 6-3, 3-4. È la vittoria n.67 della fantastica stagione dell’azzurro

Atp Torino Sinner

Prima da Sinner

Atp Finals di Torino, Jannik Sinner batte l’australiano Alex De Minaur 6-3, 3-4. È la vittoria n.67 della fantastica stagione dell’azzurro

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Atp Finals di Torino, Jannik Sinner batte l’australiano Alex De Minaur 6-3, 3-4. È la vittoria n.67 della fantastica stagione dell’azzurro

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Con personalità, senza eccedere. In sostanza, da numero uno al mondo. Vittoria numero 67 (e solo sette sconfitte, con sette titoli vinti) della fantastica stagione di Jannik Sinner, all’esordio alle Atp Finals. Superato in due set (6-3; 6-4) l’australiano De Minaur, un avversario scomodo, presente stabilmente nella top ten mondiale, ma che Sinner ha sempre battuto in carriera. La spiegazione è fornita dall’andamento della gara: appena Sinner sale di livello, De Minaur non regge il passo.

Nel primo parziale Jannik ha bisogno di qualche game per carburare e De Minaur va avanti di un break: l’australiano è nei top ten perché sbaglia poco e va battuto. Così Sinner si mette in moto, gioca al meglio un paio di game che scavano la differenza e si aggiudica il set. Jannik accende e spegne, dà la sensazione di scalare le marce quando davvero c’è bisogno, consapevole che è solo la prima partita del torneo e servirà carburante per andare in fondo.

A sostenerlo, c’è (oltre al tutto esaurito) la torcida: anzi, sembra di assistere a una partita di Djokovic a Belgrado piuttosto che a Torino: il tifo è alto, altissimo per Sinner, che in Italia non giocava dalla Coppa Davis di fine novembre 2023, poiché Jannik non ha giocato gli Internazionali d’Italia, a Roma. C’è stata anche un’interruzione nel secondo set, con un tifoso che ha avuto un malore. Sinner ha chiesto una bottiglietta d’acqua ai raccattapalle per il tifoso. La pausa non sembra rallentare il numero uno al mondo, che, come nel primo set, sul 2-2 strappa il servizio all’australiano. Il resto della partita è gestione dello sforzo, alzando il ritmo solo quando serve, provando soluzioni nuove, ma adatte al veloce, come l’attacco in back. Buona la prima, in attesa di test più probanti.

Di Nicola Sellitti

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