Prima domina, poi soffre: Italia pari con il Belgio
L’Italia che pareggia con il Belgio (2-2) gioca due partite. Decisiva l’espulsione (giusta) di Lorenzo Pellegrini
Prima domina, poi soffre: Italia pari con il Belgio
L’Italia che pareggia con il Belgio (2-2) gioca due partite. Decisiva l’espulsione (giusta) di Lorenzo Pellegrini
Prima domina, poi soffre: Italia pari con il Belgio
L’Italia che pareggia con il Belgio (2-2) gioca due partite. Decisiva l’espulsione (giusta) di Lorenzo Pellegrini
L’Italia che pareggia con il Belgio (2-2) gioca due partite. Decisiva l’espulsione (giusta) di Lorenzo Pellegrini
L’Italia che pareggia con il Belgio (2-2) gioca due partite. La prima, fino al 35esimo minuto del primo tempo, è sontuosa e pare il manifesto del nuovo corso di Luciano Spalletti dopo le rovine di Euro 2024: due reti al Belgio, la prima di rara bellezza, culmine di un’azione da 18 passaggi consecutivi. Poi, il raddoppio di Retegui – ancora in rete anche in nazionale – che consacra lo show azzurro all’Olimpico contro i belgi, fatto di ricerca di gioco, movimenti a rotazione, insomma il calcio secondo Spalletti. Sugli scudi, Frattesi, Ricci, l’interista Di Marco.
La nuova sceneggiatura – ricca di fatica, errori, anche umiltà azzurra – parte con l’espulsione (giusta) al 36esimo minuto di Lorenzo Pellegrini per un fallo da dietro. Da quel frame, il Belgio prende aria e viene avanti. L’Italia arretra il baricentro, la gara diventa un crocevia di scalate e rincorse e si soffre anche poco in verità, se non fosse per le ripetute disattenzioni italiane su palla inattiva in area di rigore che portano il Belgio ad accorciare subito dopo il rosso a Pellegrini e poi nella prima parte del secondo tempo.
Nel conto manca un rigore (sacrosanto) al Belgio per fallo da ultimo uomo di Bastoni (altra disattenzione azzurra), ma è indiscutibile la prestazione di grande fatica degli azzurri, che sicuramente hanno recuperato un’anima, un’identità tattica e di collettivo.
E’ la terza partita di Nations League – dopo l’exploit in Francia e il successo su Israele – con il gruppo azzurro che sembra aver girato l’angolo, mettendosi alle spalle quanto avvenuto agli Europei e proiettandosi poi verso la qualificazione mondiale, che è un obbligo – come ricordato dal ct – ma anche un incubo, dopo aver fallito la conquista del pass due volte in fila. Ma prima c’è la sfida con Israele a Udine il 14 ottobre, partita per cui l’amministrazione giuliana – ricordiamo – non ha concesso il patrocinio. Ci sarà da discuterne, saprà sicuramente cosa dire il commissario tecnico, che oggi è stato parecchio duro (a ragione) sulle telefonate intercorse tra il tecnico interista Simone Inzaghi e gli ultras nerazzurri.
di Nicola Sellitti
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