Serie A e Formula 1 si colorano di rosa
Quante volte abbiamo sentito dire che le donne non sono in grado di guidare? O incapaci di giocare a calcio? Stereotipi che si cerca di abbattere con due novità clamorose nel mondo del calcio e delle quattro ruote.
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Serie A e Formula 1 si colorano di rosa
Quante volte abbiamo sentito dire che le donne non sono in grado di guidare? O incapaci di giocare a calcio? Stereotipi che si cerca di abbattere con due novità clamorose nel mondo del calcio e delle quattro ruote.
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Serie A e Formula 1 si colorano di rosa
Quante volte abbiamo sentito dire che le donne non sono in grado di guidare? O incapaci di giocare a calcio? Stereotipi che si cerca di abbattere con due novità clamorose nel mondo del calcio e delle quattro ruote.
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Quante volte abbiamo sentito dire che le donne non sono in grado di guidare? O incapaci di giocare a calcio? Stereotipi che si cerca di abbattere con due novità clamorose nel mondo del calcio e delle quattro ruote.
Qualcosa è cambiato. Il motorsport è sempre più inclusivo grazie a iniziative di successo come il Campionato W Series, un campionato monomarca di vetture a ruote scoperte che ha l’obiettivo di incoraggiare la partecipazione femminile al mondo delle corse automobilistiche. Le ragazze più “forti” possono così entrare nei programmi junior delle squadre di F1 e sognare di gareggiare un giorno assieme a Charles Leclerc.
Lo sport visto da una prospettiva più ampia. La W Series è stata ideata per aumentare la possibilità da parte del genere femminile di progredire verso i più alti livelli del segmento motori, come in Formula 1. Nato nel 2019 – poi fermatosi solo nel 2020 causa Covid – ha da subito attirato l’attenzione di molti appassionati delle quattro ruote, confermandosi anche quest’anno una categoria molto seguita sui canali Sky Sport F1 e in streaming su NOW.
Il talento è ciò che conta. Nei campionati motoristici le barriere all’ingresso sotto il punto di vista economico sono molto alte, ma non per la W Series. Le ragazze non dovranno pagare “il sedile” e portare sponsor come quasi sempre avviene nelle categorie minori del motorsport. Il posto lo si guadagna con i piazzamenti dell’anno prima (le prime 10 classificate hanno la conferma garantita) o superando delle selezioni durante l’inverno.
Anche nel mondo del calcio qualcosa è cambiato. Maria Sole Ferrieri Caputi, 32 anni, nativa di Livorno, sarà il primo arbitro donna in Serie A e debutterà nella massima divisione maschile nella prossima stagione. Nel dicembre 2021 è diventata la prima donna di sempre ad arbitrare una squadra del massimo campionato dirigendo la sfida dei sedicesimi di Coppa Italia tra Cagliari e Cittadella.
“Non chiamatemi arbitra, ma arbitro – tiene a sottolineare Caputi – Novanta volte su cento quando mi dicono arbitra è per sottolineare che sono una donna. Quindi preferisco arbitro. Credo che quando non ci sarà più l’esigenza di sottolinearlo, allora vorrà dire che ci sarà davvero parità”.
Di Marco Mauri
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