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Pro Recco pallanuoto

Pro Recco, essere leggenda

La Pro Recco, con la decima vittoria di Coppa dei Campioni di pallanuoto, è riuscita a fare la cosa più difficile da che sport è sport: ripetersi. Mai nessuno come loro, il club più titolato al mondo.
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Pro Recco, essere leggenda

La Pro Recco, con la decima vittoria di Coppa dei Campioni di pallanuoto, è riuscita a fare la cosa più difficile da che sport è sport: ripetersi. Mai nessuno come loro, il club più titolato al mondo.
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Pro Recco, essere leggenda

La Pro Recco, con la decima vittoria di Coppa dei Campioni di pallanuoto, è riuscita a fare la cosa più difficile da che sport è sport: ripetersi. Mai nessuno come loro, il club più titolato al mondo.
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La Pro Recco, con la decima vittoria di Coppa dei Campioni di pallanuoto, è riuscita a fare la cosa più difficile da che sport è sport: ripetersi. Mai nessuno come loro, il club più titolato al mondo.
Nessuna squadra aveva mai vinto 10 Coppe dei Campioni di pallanuoto. Nessuna società era riuscita a ripetersi , confermando il titolo di Campione d’Europa nella nuova era-Len Champions League. Lo ha fatto in un colpo solo la Pro Recco, la squadra di club più titolata al mondo. Un team che ormai è sinonimo di Waterpolo in Italia e nei cinque continenti, nonostante il livello degli avversari si sia costantemente alzato, tanto in patria quanto all’estero. La finale di ieri sera a Belgrado contro il Novi Beograd è stata una partita magnifica, un manifesto di quanto possa essere emozionante, crudele, spasmodico e spettacolare questo sport. Fiero e antico. Disciplina modernissima nella preparazione, nell’evoluzione tattica, nella gestione atletica e psicologica dei giocatori di massimo livello, eppure ancora sorprendentemente riconoscibile anche da chi segua la pallanuoto una volta ogni tanto, magari in occasione delle Olimpiadi o dei Mondiali. Il trionfo della Pro Recco contro i serbi, del resto, è degno delle partite che hanno fatto la leggenda italiana di questo sport, a cominciare dall’indimenticabile Oro olimpico di Barcellona ‘92 o dal titolo mondiale di Shangai 2011. Partite che sono dei romanzi, racconti per nipoti, singoli eventi che vanno oltre la cerchia degli appassionati. La Pro Recco affidata al giovanissimo allenatore Sandro Sukno – fenomenale giocatore fermato solo da un cuore dispettoso – ha semplicemente vinto tutto ciò che è umanamente possibile vincere in una stagione, facendo la cosa più difficile da che sport è sport: ripetersi. La Pro Recco ha imposto un livello di gestione societaria e tecnica sconosciuto alla pallanuoto italiana, “costringendo“ chiunque voglia stare al passo a crescere a sua volta. La Pro Recco, così, ha cambiato i destini dell’intero movimento e questo è uno dei principali meriti che andrebbe riconosciuto al patron Gabriele Volpi, che la pallanuoto la ama come pochi nel nostro Paese. La squadra è straordinaria da 15 anni, ma confermarsi cambiando spesso e tanto è un risultato da fuoriclasse della panchina e della scrivania. Il presidente Maurizio Felugo, uno che sa come si vincono i mondiali e come si sfiora un Oro alle Olimpiadi, ha ottenuto risultati eccezionali, sapendo razionalizzare e gestire. È diventato un grande manager di società e uomini, la sfida che gli è stata prospettata dal chairman Volpi e dal Ceo del gruppo a cui fa capo il club, Gianpiero Fiorani. Pro Recco, una grande storia mai lasciata al caso.

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