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Mancini Arabia Saudita

Quante inutili chiacchiere

Mancini sarà il commissario tecnico dell’Arabia Saudita per 50 milioni di euro. Avrebbe potuto chiudere in maniera diversa la sua avventura con la Nazionale italiana
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Un messaggio onesto, diretto, piuttosto che una pec alla federcalcio a poche ore da Ferragosto. Roberto Mancini, domani commissario tecnico dell’Arabia Saudita per 50 milioni di euro in due anni e mezzo, avrebbe potuto e dovuto chiudere in modo diverso la sua avventura sulla panchina della nazionale italiana. Così anche lui prende posto nella grottesca commedia dell’estate azzurra, che vede al proscenio anche il presidente della federcalcio, Gabriele Gravina, tra accuse reciproche, messaggi, mail, pareri legali. D’altronde, se Gabri Veiga, 21 anni, astro del pallone che sarà ma che non è certo Maradona, sceglie di andare all’Al Ahly, nella Saudi League, piuttosto che restare in Europa (era a un passo dal Napoli), figurarsi se qualcuno avrebbe potuto criticare la scelta (per soldi) di Mancini.
 
Vanno tutti in Arabia Saudita, non solo i venerabili maestri a fine corsa come Cristiano Ronaldo, Benzema, Benzema, Kante, Koulibaly, Neymar e un altro pacchetto di calciatori (Firmino, Manè, Mendy, Ruben Neves) che sono di altissima qualità. Da un po’ il target si sta spostando, ci vanno anche i 21enni e gli atleti nella fase più completa della loro carriera. Sinora in pochi si sono tirati indietro, tra questi Modric del Real Madrid e Victor Osimhen del Napoli, che vorrebbe prima affermarsi nel calcio europeo, per i trofei che contano, prima di prendere l’aereo per Riad o Gedda. C’è stata anche l’offerta irreale per Mbappè, forse non per Haaland perché non si fanno affari con i cugini qatarioti che posseggono il Manchester City. Ma mai dire mai. I sauditi vogliono i Mondiali 2034, con Mancini mettono un altro mattoncino per costruirsi il Lego dei sogni. Il ct avrebbe dovuto evitare che montasse una cagnara del genere. Che Gravina non fosse più invaghito di Mancini (se mai lo fosse stato, il ct non è stato scelto dal commissario straordinario della Figc Fabbricini..) era evidente dagli uomini che gli aveva imposto nello staff tecnico, dopo aver nominato il Mancio responsabile di tutte le selezioni, dall’Under 19 alla nazionale maggiore. E se Mancini aveva perduto lo slancio ed era davvero in trattative da settimane con i sauditi, perché non scegliere la strada dell’onestà, dopo cinque anni da ct e un Europeo vinto?
La scelta, soprattutto nei tempi, è stata davvero rivedibile. Così davvero ne escono tutti male. E anche montare il suo turbamento per la clausola contrattuale che avrebbe previsto il suo esonero, in caso di mancato pass per Euro 2024 ora suona davvero male alle orecchie. Tra l’altro, Mancini non ha ancora trovato un accordo con Gravina per la risoluzione del rapporto in azzurro.
 
Ma non c’è neppure il tempo di masticare amaro per l’esito di questa puntata che ne inizia un’altra, entro pochi giorni c’è Luciano Spalletti a Coverciano, mentre si prepara a una disputa legale con il Napoli per quella clausola che lo bloccherebbe sino a giugno 2024. Insomma, si passa attraverso pec e clausole contrattuali. La speranza è che si torni presto a parlare di calcio.
Di Nicola Sellitti

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