Questione di maglia e di cuore
| Sport
Il calcio dimentica la tradizione. La maglia della propria squadra del cuore è un qualcosa di intimo per un tifoso: i colori, le strisce sono simboli che non dovrebbero essere toccati. Il marketing, ossia l’esigenza di vendere sempre più maglie, stravolge questo pensiero.
Questione di maglia e di cuore
Il calcio dimentica la tradizione. La maglia della propria squadra del cuore è un qualcosa di intimo per un tifoso: i colori, le strisce sono simboli che non dovrebbero essere toccati. Il marketing, ossia l’esigenza di vendere sempre più maglie, stravolge questo pensiero.
| Sport
Questione di maglia e di cuore
Il calcio dimentica la tradizione. La maglia della propria squadra del cuore è un qualcosa di intimo per un tifoso: i colori, le strisce sono simboli che non dovrebbero essere toccati. Il marketing, ossia l’esigenza di vendere sempre più maglie, stravolge questo pensiero.
| Sport
AUTORE: Diego de la Vega
Ogni appassionato di calcio, a qualsiasi latitudine, sviluppa un rapporto simbiotico con la maglia della squadra del cuore. È qualcosa di intimo, che non si può spiegare razionalmente: i colori, la maglia sono qualcosa di sacro. Laicamente parlando, si intende.
Non si toccano (non si dovrebbero toccare) le strisce verticali bianconere, nerazzurre e rossonere, il leggendario granata, il glorioso rossoblù verticale, l’azzurro del cielo, il celeste, le bande orizzontali bianche rosse e nere su sfondo blu, la grande fascia rossa su sfondo bianco, il rosso vermiglio, il blaugrana, il biancorosso verticale, la fascia obliqua rossa su fondo bianco e il giallo sul blu.
Potremmo andare avanti all’infinito, solo che il marketing – vale a dire l’esigenza di vendere sempre più maglie, più volte all’anno – ha stravolto tutto questo. Giocando sulle seconde e terze divise da gioco e arrivando infine a intaccare la suddetta sacralità della ‘prima maglia’. Il vestito del cuore di tanti di noi.
In Italia e in Inghilterra, le regole volute dalle Federazioni per porre un limite a questa deriva e al salasso dei portafogli dei tifosi sono nel mirino di chi vorrebbe una totale deregulation. Anche nei grandi quotidiani sportivi non ci si preoccupa troppo della storia. Da parte nostra, non amiamo l’idea della resa all’andazzo generale, perché ignorare la tradizione significa disprezzare i sentimenti di milioni di persone. Un gioco che può rendere molto nell’immediato, ma trasformarsi in un boomerang allentando l’empatia tifoso-squadra.
di Diego de la Vega
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
- Tag: calcio
Leggi anche
A Olimpia (Grecia) l’accensione della fiamma olimpica. Comincia il viaggio verso Milano Cortina 2026 – IL VIDEO
26 Novembre 2025
A Olimpia si è accesa la fiamma olimpica, a poco più di due mesi dall’attesissima cerimonia di ape…
Tennis, boom di ascolti tv per la finale di Coppa Davis
24 Novembre 2025
La finale di Coppa Davis, trasmessa in diretta su Rai 1 e SuperTennis, ha registrato dati straordi…
Las Vegas: le Olimpiadi delle Pulizie diventano virali – IL VIDEO
24 Novembre 2025
Non è AI, alla fine è successo davvero: negli States si sono tenute le Olimpiadi delle Pulizie cas…
Coppa Davis, l’”incidente” e la grande festa azzurra – IL VIDEO
24 Novembre 2025
Durante la premiazione – dopo la straordinaria vittoria dell’Italia in Coppa Davis – si vede Matte…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.