Sergio Aguero e le patologie cardiache nel calcio
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Ieri l’attaccante 33 enne del Barcellona Sergio Aguero ha annunciato il ritiro dal calcio a causa di un’aritmia cardiaca. Nella storia del calcio ci sono stati diversi casi di calciatori vittime di patologie cardiache, imprevedibili con i controlli ordinari a cui sono sottoposti gli atleti.

Sergio Aguero e le patologie cardiache nel calcio
Ieri l’attaccante 33 enne del Barcellona Sergio Aguero ha annunciato il ritiro dal calcio a causa di un’aritmia cardiaca. Nella storia del calcio ci sono stati diversi casi di calciatori vittime di patologie cardiache, imprevedibili con i controlli ordinari a cui sono sottoposti gli atleti.
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Sergio Aguero e le patologie cardiache nel calcio
Ieri l’attaccante 33 enne del Barcellona Sergio Aguero ha annunciato il ritiro dal calcio a causa di un’aritmia cardiaca. Nella storia del calcio ci sono stati diversi casi di calciatori vittime di patologie cardiache, imprevedibili con i controlli ordinari a cui sono sottoposti gli atleti.
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“Ho fatto tutto il possibile per vedere se c’era qualche speranza ma ho capito che non ce n’erano tante”, queste le parole di Sergio Aguero che oggi ha annunciato il ritiro dal calcio a causa di un’aritmia cardiaca incompatibile con la sua professione. L’attaccante argentino, al Barcellona da questa estate, è stato colpito da un malore lo scorso 30 ottobre durante la partita di campionato contro l’Alaves.
In un primo momento vigeva un cauto ottimismo sul possibile recupero del “Kun”, con i medici che gli avevano indicato di stare lontano dal campo per 3 mesi. La situazione si è delineata meglio dopo le risonanze e gli stress test cui è stato sottoposto l’attaccante argentino. A differenza del caso della calciatrice Caroline Graham Hansen, anche lei blaugrana, l’aritmia del 33 enne non è stata diagnostica come benigna e l’ex City è stato costretto al ritiro definitivo dal calcio.
Finisce così una straordinaria carriera lunga 18 anni e passata tra i club più blasonati come Atletico Madrid, Manchester City e, appunto, Barcellona, con cui ha giocato solo 5 partite, di cui soltanto una per intero. Il suo caso segue quello del centrocampista dell’Inter Christian Eriksen accasciatosi a terra durante Danimarca-Finlandia di Euro 2020 per le conseguenze di una miocardite. Al danese è stato installato un defibrillatore interno che, stando alle indiscrezioni degli ultimi giorni, non potrà mai più essere rimosso. Ne seguirebbe l’impossibilità di continuare a giocare in Italia per il numero 24 nerazzurro.
Negli ultimi anni si sono avuti molti casi di calciatori con problemi cardiaci, spesso, ma non sempre, aritmie. Il 26 giugno 2003, nella semifinale di Confederations Cup tra la sua nazionale e la Colombia, si spense il 28 enne camerunese Marc Vivien Foe. A nulla valsero i tentativi di tenerlo o riportarlo in vita: il centrocampista era affetto da una cardiomiopatia ipertrofica quasi impossibile da scoprire con i consueti controlli che provocò l’eccessivo e fatale ingrandimento del ventricolo sinistro.
Colto da un infarto si spense a soli 22 anni il difensore del Siviglia Antonio Puerta, accasciatosi al suolo nella gara del 28 agosto 2007 contro il Getafe. Dopo aver recuperato coscienza ed essere uscito dal campo sulle sue gambe, il calciatore spagnolo negli spogliatoi fu colto da altri arresti cardiaci prima di spegnersi nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Virgen del Rocío di Siviglia.
Il 14 aprile 2012, durante Pescara-Livorno di Serie B, il centrocampista ospite Piermario Morosini si accasciò a terra dopo vari tentativi di rialzarsi in seguito a un’improvvisa crisi cardiaca causata da una cardiomiopatia aritmiogena. Il calciatore si spense poco dopo in ospedale, a 26 anni non ancora compiuti.
Nella mente di tutti è ancora impressa la tragedia di Davide Astori, scomparso nel sonno all’età di 31 anni il 4 marzo 2018. Il difensore della Fiorentina, solo nella sua camera da letto a Udine, dove la sua squadra si preparava ad affrontare l’Udinese, fu vittima di un arresto cardiaco provocato da una cardiomiopatia aritmogena biventricolare.
Tutte tragedie che fanno ancora più scalpore perché avvenute a persone giovani e circondate da un team di medici professionisti che ne controllano l’idoneità sportiva. Alla base c’è il fatto che molte patologie cardiache non possono essere identificate con i consueti controlli medici a cui sono sottoposti gli atleti.
Allo stesso tempo, le diverse storie che abbiamo riportato mettono sotto una luce diversa il ritiro dell’attaccante blaugrana.
Nei casi in cui si riesce a salvare la vita, il calcio è un sacrificio doloroso ma necessario. Per dirla con le parole di Aguero: “Ora sto bene ma è stato difficile anche se sono felice del fatto che questa cosa sia successa ora che ho 33 anni e non prima, e soprattutto di poter essere qui a raccontarlo e a rispondere alle vostre domande. Poteva andare peggio”.
di Giovanni Palmisano
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