Per molti il desiderio dei club più ricchi di creare la Superlega europea risale a 6 mesi fa. Ma già negli anni ‘90 i club più blasonati, insoddisfatti della divisione dei ricavi, iniziarono a progettare questo campionato d’élite. Il fatto che cadenzialmente si torni a parlare di Superlega racconta delle reali intenzioni di mettere la parola fine sul progetto.
Il grido “Il calcio è del popolo” sembra avere sortito i propri effetti, ma alla lunga sarà un correttivo, non un impedimento definitivo. Non perché sia irrilevante, ma solo perché se il calcio è del popolo, i club sono delle società, e le società non possono dimenticarsi che il loro scopo è quello di produrre utili.
Un documento arrivato nelle mani del settimanale economico tedesco Wirtschaftswoche conferma la volontà dei club di ripartire con il progetto, ma con una grande novità. L’intenzione sarebbe quella di aprire la Superlega a tutti i club europei introducendo il criterio del merito sportivo tanto invocato dai tifosi insorti ad aprile.
“Ci impegniamo affinché il formato della Superlega europea proposto abolisca il concetto di membri permanenti”, si legge nel documento.
Dalle indiscrezioni risulterebbe l’intenzione di creare 2 leghe – non una, dunque! – entrambe composte da 20 squadre. Ancora non è chiaro quanto la prima lega sarebbe più importante della seconda, quest’ultima aperta a tutti i club europei.
“C’è l’interesse degli altri club a lavorare con noi non appena la Corte di Giustizia Europea avrà chiarito le basi legali”, ha affermato l’organizzazione della Superlega che attende la risposta di Lussemburgo.
Ricordiamo infatti che la Corte di Giustizia si pronuncerà su un eventuale abuso di posizione dominante da parte della UEFA, questione pregiudiziale posta dal Tribunale di Madrid dopo le sanzioni minacciate ai club fondatori dall’organo presieduto da Aleksander Ceferin.
La saga della Superlega è pronta a vivere un nuovo capitolo all’insegna del motto: il calcio è dei tifosi e le squadre sono delle società.
di Giovanni Palmisano
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