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Sinner batte Alcaraz ed è numero 4 al mondo

Jannik Sinner batte Carlos Alcaraz, va in finale a Pechino e sale al numero 4 nella classifica mondiale, eguagliando così il miglior ranking di Panatta del 1976
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Sinner batte Alcaraz ed è numero 4 al mondo

Jannik Sinner batte Carlos Alcaraz, va in finale a Pechino e sale al numero 4 nella classifica mondiale, eguagliando così il miglior ranking di Panatta del 1976
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Sinner batte Alcaraz ed è numero 4 al mondo

Jannik Sinner batte Carlos Alcaraz, va in finale a Pechino e sale al numero 4 nella classifica mondiale, eguagliando così il miglior ranking di Panatta del 1976
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Jannik Sinner batte Carlos Alcaraz, va in finale a Pechino e sale al numero 4 nella classifica mondiale, eguagliando così il miglior ranking di Panatta del 1976
È uno di quei successi che fanno girare l’angolo in una carriera, perché cambiano la dimensione e la percezione di sé stessi. Anche se in semifinale di un torneo 500, anche se verso la fine di una stagione infinita. Jannik Sinner batte Carlos Alcaraz, va in finale a Pechino e soprattutto sale al numero 4 nella classifica mondiale, eguagliando così il miglior ranking di Adriano Panatta del 1976, dopo il successo a Roma e Parigi. Uno strappo di champagne per l’Italia che ha visto negli ultimi anni Berrettini arrivare al numero sei e prima ancora Fognini con un piede nei top ten. Quasi 50 anni per arrivare a Panatta, con la prospettiva di crescere ancora, dove chissà. Un primato che segue il trionfo nel Master 1000 di Toronto, uno dei tornei che realmente contano. Insomma, Jannik sale di giri, vince su un fisico che a volte cede, vince con la sua voglia di arrampicarsi tra i migliori. Il mostro, Alcaraz, già numero uno al mondo a neppure 20 anni e campione in carica a Wimbledon, unico tra gli umani a poter reggere lo sguardo di Nole Djokovic senza restarne turbato, lo soffre. E lo teme pure. Sinner è ora avanti negli scontri diretti (4-3) oltre a pareggiare il conto annuale (5-5) nelle sfide con i top ten. Insomma, l’italiano appartiene a quel livello lì, il tributo è arrivato dallo stesso Alcaraz che patisce la sua pesantezza di palla e ritmo da fondocampo. Jannik è tra gli eletti attuali del gioco e se negli Slam pure ha compiuto passi in avanti (semifinale a Wimbledon perduta con Djokovic), la sensazione è che la strada sia quella giusta anche sulla lunga distanza. Anche se in questa strada non è contemplata la Coppa Davis, lasciata indietro nella programmazione con il suo staff tecnico. Una scelta che non abbiamo condiviso, ma che sta pagando, senza mezzi termini. Il prossimo passo per Sinner è scalare il vertice, entrare stabilmente nella contesa con Alcaraz (che resta il migliore della nuova generazione), in attesa che Nole il serbo avverta il peso del tempo che passa. Di Nicola Sellitti

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