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Sinner batte Djokovic. È storia

Jannik Sinner vince la semifinale agli Australian Open, battendo il 24 volte campione Slam e n° 1 del mondo, Djokovic, con il punteggio di 6-1 6-2 6-7 6-3
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Sinner batte Djokovic. È storia

Jannik Sinner vince la semifinale agli Australian Open, battendo il 24 volte campione Slam e n° 1 del mondo, Djokovic, con il punteggio di 6-1 6-2 6-7 6-3
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Sinner batte Djokovic. È storia

Jannik Sinner vince la semifinale agli Australian Open, battendo il 24 volte campione Slam e n° 1 del mondo, Djokovic, con il punteggio di 6-1 6-2 6-7 6-3
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Jannik Sinner vince la semifinale agli Australian Open, battendo il 24 volte campione Slam e n° 1 del mondo, Djokovic, con il punteggio di 6-1 6-2 6-7 6-3
Jannik ha vinto. Ha battuto Djokovic, in Australia, tre set su cinque. E’ in finale, la prima nelle prove del Grand Slam. Soprattutto, ha scritto la pagina più importante della sua scintillante avventura. Sembra incredibile ma è stato Sinner che ha reso tutto credibile, anche di più. Ha letteralmente dominato il serbo, nei primi 80 minuti è stato come se l’italiano avesse suggerito a Padre Tempo di ricordare al serbo che alla fine è lui che comanda: si sono visti i 14 anni di differenza tra i due, la palla di Jannik era pesante, pesantissima, a un palmo dalle righe: la miglior versione di Lendl, di Agassi che ha costretto Nole a inseguire, arretrare, sostanzialmente non vedere la pallina. Incredibile, per il numero uno del mondo, che ha vinto dieci volte in Australia e che ha perso sei anni fa l’ultima partita da quelle parti (nel 2022 non partecipò per il mancato vaccino Covid-19). Raramente Djokovic si è visto trattare così su un rettangolo di gioco: è capitato con Federer, con Nadal sulla terra rossa. E’ andato invece sotto di due set con Tsitsipas e Musetti a Parigi ma più per colpe proprie che per la forza dell’avversario. Stavolta era sotto perché Sinner era semplicemente più forte. Nel terzo set il copione è cambiato, Nole è tornato, c’è stata partita pari, ha annullato un match point a Sinner nel tie-break, ha vinto quel tie-break e riassestato la partita. Ma proprio in quel frame della partita, dopo la (solita) pausa che Djokovic si è preso alla fine del parziale, all’inizio del quarto si è visto il cambio di marcia di Sinner degli ultimi mesi: perso il primo set del torneo contro il più forte del lotto, non ha ceduto un centimetro. Un blocco di marmo nelle emozioni, ancora una molla sul campo, con colpi potenti, precisi, puntuali. Un ritmo indiavolato che non ci si riesce a spiegare, dopo oltre tre di gioco, di power tennis al punto più estremo. E’ arrivato il break e pareva non potesse essere altrimenti. E’ arrivata la partita. E non poteva essere altrimenti. Arriva la finale, Jannik al momento è il tennista più forte al mondo. Ha battuto Djokovic in Australia: è stato come battere gli All Blacks in Nuova Zelanda. E’ la partita spartiacque della sua carriera, ancora più della Davis. Ha annientato tutti i dubbi sulla sua tenuta fisica e atletica nelle partite sulla lunga distanza. E’ il processo che avanza, ha detto nel post partita, ha imparato dai migliori, al momento il migliore è lui, senza dubbi. Lo stesso processo conduce alla vetta mondiale del tennis, il prossimo passo è la finale, contro Medvedev o Zverev.  Di Nicola Sellitti

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