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Sinner batte Ruud

Sinner batte Ruud e vola in finale!

Un’esecuzione. E il povero Ruud, che vale ampiamente la top ten, era la vittima sacrificale ben prima di iniziare a scaldarsi per affrontare Sinner

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Sinner batte Ruud e vola in finale!

Un’esecuzione. E il povero Ruud, che vale ampiamente la top ten, era la vittima sacrificale ben prima di iniziare a scaldarsi per affrontare Sinner

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Sinner batte Ruud e vola in finale!

Un’esecuzione. E il povero Ruud, che vale ampiamente la top ten, era la vittima sacrificale ben prima di iniziare a scaldarsi per affrontare Sinner

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Un’esecuzione. E il povero Ruud, che vale ampiamente la top ten, era la vittima sacrificale ben prima di iniziare a scaldarsi per affrontare Sinner

Un’esecuzione. E il povero Ruud, che vale ampiamente la top ten, era la vittima sacrificale ben prima di iniziare a scaldarsi per affrontare il numero uno al mondo. Il dato, poco discutibile, è che Jannik gioca su un altro pianeta: unico abitante, lui. Due set a zero. Ancora. Senza discussioni. Al momento la distanza con gli altri è imbarazzante e somiglia, ovviamente con la consapevolezza di una certa distanza tecnica, alla fase di dispotismo esercitato da Roger Federer nel suo lungo prime, quando era totalmente inavvicinabile. Jannik non è lo svizzero, d’altronde chi può avvicinarsi? Ma andrebbe chiesto un parere a Ruud, che ha anche giocato una finale al Roland Garros (persa) contro Nole Djokovic. Il norvegese è stato travolto, nel primo set ha anche avuto due palle break, prima di essere preso a pallate. Esattamente, a pallate: Jannik prende gli avversari a pallate e la sensazione è che la questione doping l’ha punto nel vivo, elevando il suo livello di competitività. Invece nel secondo set, dopo la furia del primo parziale, ha atteso il momento adatto per colpire: serviva un break, è arrivato il break. Essenziale, feroce. Numero uno. E titoli di coda.

Ora per Jannik in finale c’è Fritz, che dall’estate americana vale come rendimento la top three mondiale, se non fosse che quando si trova Jannik davanti vede la sua nemesi. È da lunedì il numero quattro al mondo, ma per Sinner è l’occasione di mettere il fiocco a una stagione davvero incredibile: due titoli del Grand Slam, tre Master 1000, il Master, in attesa della Coppa Davis a casa Nadal, dalla prossima settimana.

di Nicola Sellitti

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