Sinner fenomeno globale
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Jannik Sinner regala all’Italia il primo personaggio realmente globale dopo il ritiro di Valentino Rossi e Federica Pellegrini

Sinner fenomeno globale
Jannik Sinner regala all’Italia il primo personaggio realmente globale dopo il ritiro di Valentino Rossi e Federica Pellegrini
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Sinner fenomeno globale
Jannik Sinner regala all’Italia il primo personaggio realmente globale dopo il ritiro di Valentino Rossi e Federica Pellegrini
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Adesso tutti parlano di Jannik Sinner, non c’è televisione, giornale, social che non sia letteralmente invaso dalla bella faccia di questo ragazzone che sprizza vitalità, gioia di vivere e anche pulizia in ogni suo gesto. È una grande soddisfazione per chi, come noi, lo difese quando qualche presunto “genio“ dello sport aveva deciso di impallinarlo con critiche ingenerose, perché magari aveva perso un paio di partite o non era già diventato numero uno del mondo. Una cosa facile-facile, suvvia…
Tutte cose sottolineate con i tipici toni tronfi di chi di sport e in definitiva di vita non capisce un tubo. Jannik Sinner sta vivendo la settimana più bella della sua vita – agonisticamente parlando – ed è già tantissimo. Il suo fenomeno non ha limiti visibili, regalando all’Italia il primo personaggio realmente globale dopo il ritiro di Valentino Rossi e Federica Pellegrini. Potenzialmente parlando, Sinner potrà fare anche di più, sfruttando uno sport che ha ricadute gigantesche nei cinque continenti e praticamente non si ferma mai per 12 mesi l’anno. Neppure la MotoGP può tanto e il nuoto resta una disciplina meravigliosa, ma che vive i suoi momenti d’oro per lo più in concomitanza di Olimpiadi e Mondiali.
Queste giornate di ‘Sinnermania’ fanno giustizia anche del darsi di gomito per le sue (bellissime) radici altoatesine, quasi a volerne sminuire l’italianità. Battutine acide particolarmente ricorrenti, lo ricorderete, in occasione dei forfait alle convocazioni in Coppa Davis. A proposito di Alto Adige, la parabola mostruosamente ascendente di Sinner, ci riporta a un altro altotesino a cui siamo tutti affezionati: Gustav Thoeni. Anima e simbolo della “valanga azzurra“, è rimasto personaggio a suo modo per quarant’anni. Con la sua parlata, più che altro i silenzi, la classe sopraffina sugli sci. Anche per la capacità di saper gestire i momenti più belli di quel fenomeno assoluto che fu Alberto Tomba. Uno che sembrava il compendio dell’italianità, nella sua assoluta e istintiva genialità e nei difetti reali o presunti.
Gente di un’altra categoria, gente che ne nasce uno ogni trenta o cinquant’anni. Gente di cui essere orgogliosi.
Di Fulvio Giuliani
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