Sinner, il contratto con Nike e non solo: è lui il volto dello sport italiano
Il contratto di Sinner con Nike (150 milioni di euro in dieci anni) è solo uno dei tanti riconoscimenti degli sponsor per il giovane tennista. Il volto dello sport italiano è lui.
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Sinner, il contratto con Nike e non solo: è lui il volto dello sport italiano
Il contratto di Sinner con Nike (150 milioni di euro in dieci anni) è solo uno dei tanti riconoscimenti degli sponsor per il giovane tennista. Il volto dello sport italiano è lui.
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Sinner, il contratto con Nike e non solo: è lui il volto dello sport italiano
Il contratto di Sinner con Nike (150 milioni di euro in dieci anni) è solo uno dei tanti riconoscimenti degli sponsor per il giovane tennista. Il volto dello sport italiano è lui.
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Il contratto di Sinner con Nike (150 milioni di euro in dieci anni) è solo uno dei tanti riconoscimenti degli sponsor per il giovane tennista. Il volto dello sport italiano è lui.
Il decennale con Nike da 150 milioni di euro, poco prima la sfilata con griffe Gucci a Castel Del Monte. Eppoi lo spot con Alfa Romeo. Jannik Sinner è ormai il volto dello sport italiano. Il passaggio del testimone, almeno mediatico, con Valentino Rossi e Federica Pellegrini si è compiuto. Il Dottore si è ritirato, la Divina si sposa e ha lasciato la vasca, nel calcio di eroi non se ne vedono da un pezzo, la stella non c’è. Non si intravede neppure.
Solo Marcel Jacobs, per quella medaglia d’oro olimpica nei 100 metri a Tokyo 2020 e il viso telegenico, se la gioca con Jannik. Ma l’atletica purtroppo si prende il centro del palcoscenico solo alle Olimpiadi e in Italia un asso vero della racchetta manca da quasi 40 anni.
E quindi all-in su Sinner, il predestinato. A suo agio un po’ ovunque. Un timido che impara in fretta. Nike ci crede e ci investe; così Lavazza, Rolex e un altro manipolo di marchi che lo portano già al top per incassi annuali (19 milioni), più del russo Medvedev che ha già vinto un paio di prove del Grand Slam.
Ora però arriva la parte più difficile per Sinner: reggere il passo sul rettangolo di gioco, accompagnare l’endorsement collettivo di pubblico e sponsor. Non solo piazzato, ma pure vincente. Magari non come lo spagnolo Alcaraz, due anni in meno, già a un passo da Nadal in classifica (è numero 6), fame e talento di livello superiore. Non c’è l’obbligo di vincere per Jannik, certo. Oltre alla vittoria, lo sport è il viaggio, l’emozione. Ma se davvero vuole tenersi quegli sponsor…
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