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Sinner scrive la storia, battuto Djokovic. È finale con Alcaraz

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Lo si è scritto diverse volte, ma il successo in tre set di Jannik Sinner su Novak Djokovic che vale la finale del Roland Garros per il numero uno del mondo, appare un passaggio di testimone

Sinner scrive la storia, battuto Djokovic. È finale con Alcaraz

Lo si è scritto diverse volte, ma il successo in tre set di Jannik Sinner su Novak Djokovic che vale la finale del Roland Garros per il numero uno del mondo, appare un passaggio di testimone

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Sinner scrive la storia, battuto Djokovic. È finale con Alcaraz

Lo si è scritto diverse volte, ma il successo in tre set di Jannik Sinner su Novak Djokovic che vale la finale del Roland Garros per il numero uno del mondo, appare un passaggio di testimone

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Lo si è scritto diverse volte, ma il successo in tre set di Jannik Sinner su Novak Djokovic che vale la finale del Roland Garros – contro Carlos Alcaraz – per il numero uno del mondo, appare nei fatti un passaggio di testimone. Questa volta, quello definitivo. Semplicemente, Jannik ha applicato la ricetta che ha consentito a Nole di dominare per oltre un decennio, con 24 prove vinte del Grand Slam, 40 Master 1000, oltre 400 settimane da primo giocatore mondiale. Ritmo, potenza, resistenza, capacità di giocare al meglio i punti determinanti, Sinner è la versione 2.0 del fenomeno serbo. E’ quindi consequenziale che Djokovic non abbia avuto una singola chance di portare la partita dalla sua parte. Anche se non ha giocato male, non ha mollato, mostrando tratti della ferocia che l’hanno reso immortale nella racchetta e non solo. Un orgoglio immenso, che ha portato Nole a tirare fuori ogni millilitro di energia per sbarrare la strada al suo erede, la cui pallina viaggia più forte e che copre il campo con più velocità. Non è stata neppure la miglior versione di Jannik, che però quando la pallina ha pesato di più è riuscito ad alzare il livello. E’ andato più volte sotto 0-30 sul suo servizio, nel terzo set ha concesso due set point al serbo, annullandoli con un servizio vincente e un dritto sulla riga. E al tie-break del terzo parziale ha messo la quinta e la sesta marcia, arrivando al traguardo. Chissà cosa avrà pensato Djokovic: forse che Jannik gli ha sfilato il copyright.

Dopo Nole, per Jannik c’è Carlos. La stessa finale degli Internazionali d’Italia. Ma Jannik, che non ha perso un set nel torneo, è cresciuto enormemente di condizione. Era la partita più attesa. L’inerzia è per lo spagnolo, che è in vantaggio 7-4 negli scontri diretti. Alcaraz è l’unico (l’ha fatto in due occasioni) a battere Sinner negli ultimi 48 incontri del numero uno al mondo. Ci riesce in sostanza solo lui. Vedremo domenica, con Alcaraz, campione in carica, che parte favorito per la maggiore inclinazione verso la terra rossa, mentre Sinner, pur vincendo, mostra che il rosso non è – ed è un paradosso – la sua superficie preferita. Una questione di posizione in campo, di rimbalzi, di stabilità negli appoggi. Ma è una finale. La finale.

di Nicola Sellitti

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