Sinner, sorpasso rimandato. Vince Alcaraz e niente finale a Indian Wells
La sfida, sospesa per tre ore per pioggia, dopo i primi game porta il conto totale a quattro sfide pari tra i due giganti del tennis
Sinner, sorpasso rimandato. Vince Alcaraz e niente finale a Indian Wells
La sfida, sospesa per tre ore per pioggia, dopo i primi game porta il conto totale a quattro sfide pari tra i due giganti del tennis
Sinner, sorpasso rimandato. Vince Alcaraz e niente finale a Indian Wells
La sfida, sospesa per tre ore per pioggia, dopo i primi game porta il conto totale a quattro sfide pari tra i due giganti del tennis
La sfida, sospesa per tre ore per pioggia, dopo i primi game porta il conto totale a quattro sfide pari tra i due giganti del tennis
Stavolta è Carlos a vincere (in tre set). E con pieno merito, mostrando di essere tornato a livelli di eccellenza dopo mesi in chiaroscuro. Una grande notizia per il tennis perché lo spagnolo è gioia per gli occhi. Jannik invece si è trovato tradito dal dritto, dal servizio, ossia le armi che lo hanno reso una specie di Terminator negli ultimi mesi. Questo racconta la sfida, sospesa tre ore per pioggia dopo i primi tre game, tra i due fenomeni a Indian Wells, che porta il conto totale a quattro sfide pari. Poco cambia, nello spartito di Sinner: non è la sconfitta, la prima stagionale dopo un filotto di vittorie, a cambiare i programmi. Spesso è mancata l’esecuzione, quasi mai è stato errato il piano tattico, anche se qualcosa di diverso poteva essere provato nel set decisivo. Semplicemente, l’avversario ha fatto meglio, soprattutto nel terzo set. L’italiano è stato invece frenato dai suoi errori. Conoscendo Jannik, sarà una partita su cui lavorare e rilanciarsi. In ogni caso, si sono visti brani di grandissimo tennis, da ambo le parti. L’attesa è stata ripagata.
Nel primo set c’è stato il manifesto della grandezza di Sinner, con oltre venti minuti di potenza, ritmo, capacità di dirigere la partita, senza lasciare mai, letteralmente mai, il pallino nelle corde nello spagnolo, che si è trovato disarmato, messo all’angolo a discutere anche animatamente con il suo angolo tecnico, incapace di trovargli la soluzione per tenere testa all’italiano, che ha impressionato per la lucida ferocia con cui disponeva dell’avversario. E che avversario, per la felicità del pubblico californiano, che ha dovuto attendere tre ore per il match clou del torneo.
Nel secondo parziale la sceneggiatura si è rivoltata, con il ritorno del funambolico spagnolo, come risorto dalle ceneri, con un passo, anche due, avanti nel campo, trovando le sue soluzioni di gioco, dalla palla corta alle accelerazioni di dritto. Uno scatto di personalità, di orgoglio, di forza tecnica di Alcaraz, che ha alzato alle stelle il livello di gioco, sebbene Jannik non abbia mai dato l’idea – ed è la sua straordinaria forza – di uscire dalla partita, come invece spesso avviene allo spagnolo. Che poi ha dominato anche nel terzo parziale, tra giocate sontuose e gli errori di Sinner, che si è anche fatto male a un gomito, nel tentativo di recuperare un punto in tuffo. Capita anche ai fuoriclasse.
Di Nicola Sellitti
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