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Sinner batte Tiafoe e si aggiudica l’Atp Masters1000 di Cincinnati

Il numero uno al mondo Jannik Sinner ha battuto in 1h38′ lo statunitense Frances Tiafoe conquistando il quinto titolo del 2024

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Sinner batte Tiafoe e si aggiudica l’Atp Masters1000 di Cincinnati

Il numero uno al mondo Jannik Sinner ha battuto in 1h38′ lo statunitense Frances Tiafoe conquistando il quinto titolo del 2024

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Sinner batte Tiafoe e si aggiudica l’Atp Masters1000 di Cincinnati

Il numero uno al mondo Jannik Sinner ha battuto in 1h38′ lo statunitense Frances Tiafoe conquistando il quinto titolo del 2024

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Il numero uno al mondo Jannik Sinner ha battuto in 1h38′ lo statunitense Frances Tiafoe conquistando il quinto titolo del 2024

Jannik torna a vincere. Torna a essere Sinner quando le nubi iniziavano ad addensarsi e certamente non per il chiacchiericcio social sui suoi presunti o veritieri crucci sentimentali. Ha vinto a Cincinnati il suo terzo Master 1000 in carriera (15 tornei in totale, cinque nel 2024) su una superficie molto veloce, in condizioni climatiche, tra vento e caldo afoso, mai a lui congeniali e con una forma fisica rivedibile. Ma vince.

Perché i fuoriclasse come lui sanno vincere anche quando la luna non è piena. Resterà numero uno al mondo sino a fine settembre come minimo, tenendo alla larga Alcaraz, Djokovic e Zverev, ma il successo sul cemento americano serve anche a rimettere in ordine il corso delle cose, provando a tutti che non è affatto un temporale estivo la sua prima posizione mondiale. E se Alcaraz e Djokovic hanno entusiasmato ai Giochi di Parigi, lui ci riporta quasi subito alla normalità, anche se asettica: è il più forte, il più continuo ad alti livelli e vince i tornei che contano per la classifica.

Sinner ha vinto dominando la finale contro l’americano Tiafoe nonostante l’anca sia diventata obiettivamente un nodo da risolvere. Lo stesso numero uno al mondo non ne fa mistero, spiegando di dover capire quale sia l’intoppo, come curarlo, tenerlo a bada, conviverci senza perdere troppo in competitività. Ha messo in fila Rublev, Zverev e Tiafoe, giocando sempre meglio durante la partita, come se dovesse sciogliersi dalle paure perché l’anca lo tormenta, lo condiziona negli spostamenti. Sarà un bel dilemma, lo Us Open parte tra pochi giorni.

Forse il successo di Cincinnati scalda poco, forse Jannik risentirà ancora per qualche tempo – almeno mediaticamente – della scelta di non partecipare ai Giochi parigini, ma è stato un passaggio importantissimo per l’autostima del numero uno al mondo. A Cincinnati hanno vinto i migliori (Federer in otto edizioni), lo scorso anno la finale tra Djokovic e Alcaraz resta ancora negli occhi per la selvaggia bellezza. La finale di Sinner forse no, magari per tornare al centro del quadrato negli occhi degli appassionati deve tornare a sfidare lo spagnolo, oppure Nole. Magari a Flushing Meadows.

di Nicola Sellitti

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