Staffetta meravigliosa, l’argento vale oro!
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Budapest: ai Mondiali di atletica nella 4×100 maschile l’Italia è argento, grazie agli azzurri Jacobs, Rigali, Patta e Tortu. Secondo miglior tempo di sempre
Staffetta meravigliosa, l’argento vale oro!
Budapest: ai Mondiali di atletica nella 4×100 maschile l’Italia è argento, grazie agli azzurri Jacobs, Rigali, Patta e Tortu. Secondo miglior tempo di sempre
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Staffetta meravigliosa, l’argento vale oro!
Budapest: ai Mondiali di atletica nella 4×100 maschile l’Italia è argento, grazie agli azzurri Jacobs, Rigali, Patta e Tortu. Secondo miglior tempo di sempre
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AUTORE: Nicola Sellitti
L’argento della redenzione e anche della consacrazione. L’argento della conferma di un’assoluta grandezza. Tokyo 2020, almeno in questo caso, non è stata un’illusione, un inatteso raggio di sole. Ci sono diverse storie nello straordinario secondo posto dell’Italia nella 4×100 maschile ai Mondiali di Budapest, alle spalle degli Stati Uniti, obiettivamente inarrivabili, ma davanti alla Giamaica. Secondo miglior tempo di sempre per il quartetto azzurro (a 12 centesimi dal crono di Tokyo 2020): c’è dentro questa meravigliosa medaglia la rinascita di Jacobs, l’esordio al proscenio per Rigali, la conferma per Lorenzo Patta, che c’era ai Giochi olimpici giapponesi, due anni fa.
E poi c’è Filippo Tortu. Che è un campione. Senza se e ma. Che si è rialzato dopo una batosta dolorosa come l’eliminazione nelle batterie dei 200 metri, la gara per cui ha faticato per un anno e più. Ha fallito, non ha cercato scuse, si è subito rialzato. La lezione dei campioni, appunto: si cade, prima o poi, è importante come ci si rialza. La lezione di Greg Paltrinieri, la lezione di Kobe.
L’ultima frazione di Tortu è stata la dimostrazione della forza della tenacia, della volontà. Recupera due posizioni, allunga come fosse Carl Lewis, senza l’eleganza del fenomeno statunitense, ma con un’intensità di falcata che lascia senza parole. Sembra quasi che scappi dal monitor. Dentro quella manciata di secondi c’è stata la voglia di rivalsa, la rivincita con se stesso. Solo l’americano Lyles (tre ori in Ungheria, ieri anche nei 200 metri) non è avvicinabile.
È davvero la medaglia di Tortu, ma c’è stato anche lo scatto d’orgoglio di Jacobs, che si è ripreso il posto nella staffetta dopo la delusione dell’eliminazione nei 100. L’olimpionico di Tokyo cresce di condizione, si è preso il posto di un velocista in crescita costante come Ceccarelli. Ci sono state polemiche, discussioni, ma il risultato finale non ammette discussioni: l’Italia torna sul podio iridato con la staffetta veloce a distanza di quarant’anni da Helsinki 1983 quando Stefano Tilli, Carlo Simionato, Pierfrancesco Pavoni e Pietro Mennea conquistarono l’argento alle spalle degli Usa di Calvin Smith e Carl Lewis. È la terza medaglia di sempre ai Mondiali di atletica nella 4×100 maschile. La prima risale esattamente a 50 anni fa.
Di Nicola Sellitti
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