Trionfi e sbavatura
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Nel weekend lo sport italiano ha assolto il suo compito, liberandoci per un po’ dalle scorie della guerra. Ferrari e Italrugby, infatti, hanno preso la scena conquistando due splendide vittorie.

Trionfi e sbavatura
Nel weekend lo sport italiano ha assolto il suo compito, liberandoci per un po’ dalle scorie della guerra. Ferrari e Italrugby, infatti, hanno preso la scena conquistando due splendide vittorie.
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Trionfi e sbavatura
Nel weekend lo sport italiano ha assolto il suo compito, liberandoci per un po’ dalle scorie della guerra. Ferrari e Italrugby, infatti, hanno preso la scena conquistando due splendide vittorie.
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Adrenalina e un gran balzo dal divano di casa, anche se il momento è quello che è. Nel weekend lo sport italiano – come lo scorso, fantastico anno di successi dopo l’ondata Covid – ha assolto il suo compito, liberandoci per un po’ dalle scorie della guerra. Si sono presi la scena la Ferrari e l’Italrugby. Era ora.
Nella sceneggiatura del trionfi del 2021 sono mancate entrambe: la scuderia di Maranello senza vincere un Gp, mai vicina a Verstappen e Hamilton; e così la nazionale azzurra, presa in giro dalla stampa britannica per l’infinita serie di sconfitte in fila al Sei Nazioni, ultimo successo nel 2015.
Si è rimediato. Con metodo e ferocia la Rossa, che lo scorso anno dopo poche gare ha destinato ingegneri e risorse sulla vettura 2022, la stagione della rivoluzione copernicana per la F1: nuovo regolamento, nuove vetture più pesanti e con meno elettronica, costi ridotti, più spazio al talento dei piloti. Lewis Hamilton aveva avvertito: il motore della Rossa va, come mai negli ultimi anni.
In Bahrain Leclerc ha confermato su pista il pronostico dell’inglese, reggendo anche in gara (dopo la pole position) il passo (e i sorpassi) del campione del mondo Max Verstappen. Pure Sainz, terzo in griglia, è stato veloce. Ovviamente serve la prova d’appello già in Arabia, con il ritorno della Red Bull e in attesa della Mercedes. Lo impone il pieno di delusioni offerto dalla Rossa, che non vinceva da oltre 900 giorni.
Ventiquattro ore prima, mentre la Ferrari volava in qualifica, si è consumata l’impresa della nazionale di rugby al Millennium Stadium di Cardiff, tempio pagano della palla ovale e casa del Galles campione in carica al Sei Nazioni. Niente cucchiaio di legno, respinte per ora le minacce di estromissione dal torneo.
E c’è quella meta della vittoria azzurra allo scadere – nata dalla serpentina con cambio di passo nella difesa gallese di Ange Capuozzo, 70 kg scarsi, nato in Francia, con nonni napoletani – firmata da Padovani e subito destinata alla scatola nera dello sport italiano. A fine gara il gallese Adams, eletto man of the match, gli ha consegnato il premio: l’italiano, in lacrime, ha abbracciato l’avversario e lo ha restituito. Lo sport al suo meglio.
Marcel Jacobs invece non conosce cambi di passo. Il bicampione di Pechino 2020 divora tempo e spazio davanti a sé, la conferma è arrivata sulla pista indoor dei Mondiali di Belgrado. Oro nei 60 metri (con record europeo), altro metallo pesante per chiarire le cose: l’uomo-jet è lui, concetto ribadito nella capitale serba dove era stato squalificato due settimane fa per falsa partenza, sempre sui 60 metri. Dunque, weekend perfetto. Anzi, no.
Poche ore dopo l’istantanea di pura nobiltà tra Adams e Capuozzo, c’è stata la solita pioggia di offese razziste da una fetta dei sostenitori del Cagliari nel suo stadio, stavolta verso Maignan e Tomori del Milan. Il calcio italiano al suo peggio. Ben più di una macchia su 48 ore da ricordare.
Di Nicola Sellitti
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