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Troppo Alcaraz per Sinner. Us Open e N.1 allo spagnolo

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E’ il sesto torneo dello Slam per Alcaraz (Sinner è a quattro), che torna con pieno merito in vetta alla classifica mondiale

Troppo Alcaraz per Sinner. Us Open e N.1 allo spagnolo

E’ il sesto torneo dello Slam per Alcaraz (Sinner è a quattro), che torna con pieno merito in vetta alla classifica mondiale

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Troppo Alcaraz per Sinner. Us Open e N.1 allo spagnolo

E’ il sesto torneo dello Slam per Alcaraz (Sinner è a quattro), che torna con pieno merito in vetta alla classifica mondiale

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Senza una prima di servizio che funziona non si vince una finale di una prova del Grand Slam. Soprattutto contro Carlos Alcaraz, che ha perso solo una partita negli ultimi cinque mesi, vincendo prove del Grand Slam e Master 1000. Troppo poco Jannik per Carlos. Ecco perché la sconfitta con lo spagnolo nella finale dello Us Open è netta (anche più del punteggio finale, in quattro set) e lancia un nuovo guanto di sfida al fenomeno italiano, che spesso viene abbandonato dal servizio quando conta. Lì deve migliorare per reggere l’urto dello scatenato Alcaraz. Ha già fatto dei passi in avanti, ma non basta.


E’ questo il motivo per cui Jannik è stato ad inseguire Carlos per l’intero match, subendo il suo ritmo, mostrandosi anche estremamente falloso da fondocampo, che è poi il suo marchio di fabbrica. Insomma, se in finale al Roland Garros – dove ha vinto Alcaraz – si è fatto match pari e a Wimbledon Sinner ha invece meritato il trofeo, a New York non c’è stata partita, fatta eccezione per circa 30 minuti nel secondo set, con lo spagnolo che ha perso colpi e Jannik invece più presente e preciso.

E’ il sesto torneo dello Slam per Alcaraz (Sinner è a quattro), che torna con pieno merito in vetta alla classifica mondiale, perché se in un anno si vincono due prove dello Slam – come Sinner – ma vicino alla pietanza principale ci sono anche tornei come Montecarlo, Roma, Cincinnati, non c’è altro da fare che complimentarsi con lo spagnolo, come d’altronde Sinner ha fatto a fine match.


Si può scrivere e parlare di delusione per la prova di Sinner, che ha giocato male, non al suo livello. Capita. A lui capita raramente, ma capita. Ha giocato meno bene anche altre partite nel torneo, solo con Bublik e Musetti ha messo le marce altissime, mentre Alcaraz ha dominato tutto e tutti dalla prima pallina giocata sul centrale di New York.


Quindi, un punto e si riparte, da numero due al mondo (ma conta meno) e con la consapevolezza che almeno per il momento è Carlos a menare le danze, che poi nel tennis conta poco, perché lo scenario cambia di continuo. Senza ovviamente dimenticare che Sinner era alla quinta finale in fila in una prova dello Slam e che il suo fatturato annuale è da fantascienza, con il trionfo all’Australian Open e a Wimbledon, con la parentesi dolorosa della sospensione per doping. Dunque, reset, si riparte. Ha vinto il più forte oggi. Nel tennis capita praticamente sempre.

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