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Tu chiamale emozioni e che emozioni…

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Solo il calcio riesce a far vivere emozioni devastanti e collettive come quelle di ieri sera. Decisivi Calafiori e Zaccagni per la rimonta dell’Italia

Italia Croazia

Tu chiamale emozioni e che emozioni…

Solo il calcio riesce a far vivere emozioni devastanti e collettive come quelle di ieri sera. Decisivi Calafiori e Zaccagni per la rimonta dell’Italia

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Tu chiamale emozioni e che emozioni…

Solo il calcio riesce a far vivere emozioni devastanti e collettive come quelle di ieri sera. Decisivi Calafiori e Zaccagni per la rimonta dell’Italia

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Troveremo sempre quelli pronti a meravigliarsi di 15 milioni di persone che hanno rischiato di sfondare televisori, divani, finestre, bottiglie, di travolgere mogli, mariti, nonni, figli e nipoti al goal di Zaccagni al 98º minuto di Croazia-Italia. Non mancheranno mai i cinici in servizio permanente effettivo, secondo i quali il calcio è deciso a tavolino, faccenda per miliardari annoiati, ricchi scemi e da un po’ anche petrolieri a caccia di nuove verginità.

Sta di fatto che solo il calcio riesce a far vivere emozioni devastanti e collettive come quelle di ieri sera. A valle di una partita prima giocata bene, poi in modo a tratti indecoroso. Praticamente persa e poi riacciuffata per i capelli, ma non a caso. Ecco, questo è importante: spiega anche il perché degli scossoni emotivi che soltanto i grandi tornei internazionali sanno regalare: il pareggio – oltretutto globalmente meritato, se ricordiamo un primo tempo in cui l’Italia si era fatta preferire – è arrivato perché due ragazzi si sono rifiutati di perdere. Letteralmente.

Hanno fatto ciò che fa un calciatore che voglia elevarsi sopra la media: non pensa all’allenatore, agli schemi, a chi ha davanti, pensa esclusivamente a quello che vuole andarsi a cercare (e prendere) sul campo. Lo ha fatto Riccardo Calafiori, spaccando in due la difesa croata, quando ormai Modrić (in panchina) e compagnia erano sicuri di avercela fatta. Lo ha fatto Mattia Zaccagni, inventandosi in terra di Germania un goal che ricorda maledettamente il leggendario due a zero di Alex Del Piero nella semifinale di Dortmund dei Mondiali 2006.

Lo ha fatto Gigione Donnarumma, tornato a livelli semplicemente mostruosi in questo Europeo, l’uomo che tutto para e tutto ferma, tranne ciò che umanamente non si può raggiungere.

Scegliamo loro tre, in lacrime alla fine della partita, per provare a spiegare il valore di certe serate. Non sono legate soltanto a un goal all’ultimissimo respiro, ma a quei valori agonistici, di personalità e comportamentali che possono fare la differenza quando la qualità non è eccelsa. Come non eccelsa è la nostra Nazionale.

“Siamo ancora vivi!“, abbiamo urlato ripetutamente ieri sera in cronaca a Rtl 102.5, “siamo vivi” per goderci altre emozioni uniche come solo i grandi tornei sanno regalare. “Siamo vivi”, per mettere da parte il goal di Zaccagni e conservarlo gelosamente nel nostro scrigno dei ricordi.

Speriamo che anche questi ragazzi – non sempre all’altezza – possano capire cosa significhi vestire la maglia della Nazionale e rappresentare la nostra storia, crescendo grazie anche a flash emotivi come ieri sera.

Di Fulvio Giuliani

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