Tudor, le radici di una figuraccia bianconera
La società bianconera ha pensato che la squadra fosse già senza una reale guida tecnica, per intervenire in modo così fragoroso e deciso
Tudor, le radici di una figuraccia bianconera
La società bianconera ha pensato che la squadra fosse già senza una reale guida tecnica, per intervenire in modo così fragoroso e deciso
Tudor, le radici di una figuraccia bianconera
La società bianconera ha pensato che la squadra fosse già senza una reale guida tecnica, per intervenire in modo così fragoroso e deciso
L’esonero di Igor Tudor era una conclusione ormai inevitabile e forse sorprendente solo perché la Juventus già domani sarà in campo per il turno infrasettimanale di campionato e normalmente in questi casi si evita l’esonero lasciando di fatto la squadra senza guida.
All’evidenza, la società bianconera ha pensato che la squadra fosse già senza una reale guida tecnica, per intervenire in modo così fragoroso e deciso. Parliamo questa mattina di calcio, perché è la Juventus, la squadra più famosa d’Italia, quella con più tifosi, quella con i fari sempre puntati addosso e anche perché – ancora una volta – il pallone offre degli spunti che non sono strettamente agonistici.
La parabola bianconera di Tudor
La parabola di Tudor è per certi aspetti sconfortante e in buona misura indipendente dalle sue responsabilità. Chiamato in corsa come traghettatore l’anno scorso, è stato tenuto in panca solo perché Antonio Conte ha detto no, preferendo restare a Napoli. Perso anche Allegri, catturato a tempo di record dal Milan (magari non sarebbe mai tornato, ma resta un nome di livello per la storia bianconera) si è scelto di confermare un tecnico in cui non si credeva, ma di farlo solo per pura mancanza di alternative.
Al più per vedere come potesse andare, in una scelta che non ha nulla a che vedere con la storia e il blasone della società juventina, molto prima che con la squadra. Alle prime difficoltà, Tudor è stato prevedibilmente abbandonato al suo destino, quasi aspettando che cascasse su una sconfitta di troppo.
Qual è l’insegnamento extra pallonaro di questa vicenda? Non abbiamo idea ovviamente di come andrà a finire e Tudor non ha mai dato la sensazione di poter essere un allenatore ‘da Juventus’, ciò detto il comportamento della società – lo scriveremmo di qualsiasi società o azienda in un caso identico – è vagamente vigliacco.
Un trattamento sgradevole
Tudor ha sempre saputo di essere un ripiego e ha scelto di giocarsi le sue carte, ben consapevole di non poter sbagliare mai o quasi. Forse tutti al suo posto avremmo fatto lo stesso, in fin dei conti cosa aveva da perdere? Resta una sgradevole sensazione di approssimazione e di totale disinteresse per la persona e il professionista. Ce ne rendiamo conto, sono valori che ormai nel calcio appaiono giurassici, eppure spesso continuano a fare la differenza fra chi vince e chi guarda vincere.
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