Zaniolo, prima che sia troppo tardi
Il caso Zaniolo è figlio di un calcio ansiogeno. Il centrocampista, che ha rotto con la Roma, non ha ancora molto tempo per rendere gloriosa, e non irrilevante, la sua carriera
| Sport
Zaniolo, prima che sia troppo tardi
Il caso Zaniolo è figlio di un calcio ansiogeno. Il centrocampista, che ha rotto con la Roma, non ha ancora molto tempo per rendere gloriosa, e non irrilevante, la sua carriera
| Sport
Zaniolo, prima che sia troppo tardi
Il caso Zaniolo è figlio di un calcio ansiogeno. Il centrocampista, che ha rotto con la Roma, non ha ancora molto tempo per rendere gloriosa, e non irrilevante, la sua carriera
| Sport
| Sport
Il caso Zaniolo è figlio di un calcio ansiogeno. Il centrocampista, che ha rotto con la Roma, non ha ancora molto tempo per rendere gloriosa, e non irrilevante, la sua carriera
Il caso Zaniolo è tante cose, ma innanzitutto la faccia – una delle meno belle – del calcio del terzo millennio. Bulimico, ansiogeno, incapace di farsi il tempo necessario a capire cosa sia meglio per il singolo e la squadra.
Un talento che rischia di buttarsi via, esattamente come non pochi prima di lui. Balotelli su tutti, monito imperituro per chi creda che bastino un paio di fiammate di classe e una manciata di goal – pure decisivi, si pensi al “Balo” nell’ormai remoto Europeo contro la Germania – per fare di un ragazzo un campione.
Il romanista è già a un bivio, fra una carriera degna di essere costruita e goduta come meriterebbe e l’irrilevanza. Non suoni eccessivo, ma quando rompi con l’universo mondo, ti nutri di un’inutile e controproducente sovraesposizione social (anche per procura), non giochi più e finisci in uno sfibrante braccio di ferro con chi ti ha lanciato è un attimo sparire dai radar.
Perché puoi rifiutare non senza ragioni un trasferimento non gradito in una squadra di secondo piano, ma la verità è che, se nessun altro ti chiama, forse sei stato sopravvalutato. Se il Milan non fa follie per te ci sarà un motivo. Brutale, ma onesto.
Forse, soprattutto, chi dovrebbe curare i tuoi interessi ti ha ingannato, pompandoti manco fossi Messi, quando sei un buon prospetto e nulla più.
Che storia amara, che parabola vorticosa e istruttiva quella di Nicolò Zaniolo, il talento che poteva studiare da bandiera giallorossa e si è accontentato di non crescere mai e fare il “fuoriclasse” dei social. Addirittura additato come “traditore” e sul punto nella capitale si dovrebbero dare tutti una bella calmata.
C’è ancora tempo, ma non molto e il ragazzo avrebbe tanto bisogno non di procuratori e sanguisughe, ma di qualcuno che lo proteggesse da se stesso e da un clan tossico.
Ricordando a lui e a tutti cosa sia il calcio e quanto dura e faticosa sia la via – senza scorciatoie – per poter lasciare un segno.
Di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche
Australian Open e il problema dei diritti: le partite trasmesse in diretta con avatar come in un videogioco – IL VIDEO
15 Gennaio 2025
Il canale ufficiale YouTube degli Australian Open non ha tutti i diritti per trasmettere in dire…
Sinner re del tiè, ok esordio a Melbourne
13 Gennaio 2025
Il numero uno al mondo esordisce a Melbourne, da campione in carica, battendo in tre set (7-6; 7…
SuperG di St. Anton, terza Brignone! Cade (ancora) Goggia
12 Gennaio 2025
Bellissimo terzo posto per Federica Brignone nel SuperG di St. Anton (Austria)! La sciatrice rie…
Quello che (alcuni) calciatori non capiscono
12 Gennaio 2025
La fine della storia – che per una brevissima stagione è sembrata una favola – fra la società az…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.