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AI e autori, addestrare non sia rubare i nostri diritti

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Una lettera contro l’uso non autorizzato di opere creative per la formazione dell’AI generativa

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AI e autori, addestrare non sia rubare i nostri diritti

Una lettera contro l’uso non autorizzato di opere creative per la formazione dell’AI generativa

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AI e autori, addestrare non sia rubare i nostri diritti

Una lettera contro l’uso non autorizzato di opere creative per la formazione dell’AI generativa

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Mentre si continuano a scrivere fiumi d’inchiostro sull’AI e sulle sue possibili conseguenze, c’è chi ha deciso di agire e non restare a guardare. Sono oltre 6.500 fra musicisti, attori, scrittori e artisti di varia natura (compresi vincitori di premi Nobel e di Oscar) quelli che hanno firmato una dichiarazione ufficiale che tutti possono sottoscrivere anche senza lavorare nel settore – circa l’uso non autorizzato delle opere per l’addestramento delle AI: «L’uso non autorizzato di opere creative per la formazione dell’AI generativa è una grande quanto ingiusta minaccia per i mezzi di sussistenza delle persone dietro quelle opere e non deve essere consentito».

Fra le realtà firmatarie anche la nostra Fimi (Federazione Industria Musicale Italiana), che ha sottolineato in una nota come molte aziende di AI generativa si allenino sul lavoro dei creatori senza una licenza per farlo: «Questo è un grosso problema per molti artisti, musicisti, attori, autori e altri creatori il cui lavoro è sfruttato da società di intelligenza artificiale». E in un momento critico come questo, con diverse cause avviate negli Stati Uniti proprio sul punto del training senza licenza e con il governo del Regno Unito intenzionato a modificare la legge sul copyright per permettere alle aziende di intelligenza artificiale di utilizzare opere protette senza richiedere autorizzazione, per Fimi «è importante ascoltare direttamente l’opinione dei creatori il cui lavoro viene sfruttato».

di Federico Arduini

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