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Attacco hacker filorusso, in tilt i siti di Malpensa e Linate

In corso un massiccio attacco hacker contro i siti web italiani. A rivendicarlo è il gruppo filorusso NoName, che ha bloccato anche il portale del ministero degli Esteri

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Attacco hacker filorusso, in tilt i siti di Malpensa e Linate

In corso un massiccio attacco hacker contro i siti web italiani. A rivendicarlo è il gruppo filorusso NoName, che ha bloccato anche il portale del ministero degli Esteri

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Attacco hacker filorusso, in tilt i siti di Malpensa e Linate

In corso un massiccio attacco hacker contro i siti web italiani. A rivendicarlo è il gruppo filorusso NoName, che ha bloccato anche il portale del ministero degli Esteri

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In corso un massiccio attacco hacker contro i siti web italiani. A rivendicarlo è il gruppo filorusso NoName, che ha bloccato anche il portale del ministero degli Esteri

Nuovo attacco hacker contro le infrastrutture digitali italiane. Dal primo mattino del 28 dicembre i siti web degli aeroporti milanesi di Malpensa e Linate risultano irraggiungibili. Non sono i soli. Anche il portale online della Farnesina è bloccato, insieme a quelli di Siena Mobilità e Federtrasporto. Nessuna ripercussione sul servizio: i sistemi di controllo del traffico sono slegati dalle piattaforme web pubbliche, dunque il disagio riguarda solo i passeggeri che vogliano monitorare lo stato di voli, bus e tram. A Torino sarebbe stato colpito anche il sistema della Gtt, che però risulta funzionante.

A rivendicare l’attacco è il gruppo hacker NoName057, un collettivo apertamente filorusso che sul suo canale Telegram motiva così il raid informatico: «I russofobi italiani ricevono una meritata risposta per i loro atteggiamenti ostili». La squadra, di fatto asservita al Cremlino, è attiva almeno da marzo 2022. Da allora si è dedicata a diverse azioni contro l’Ucraina e i suoi alleati, Italia compresa.

Il raid è avvenuto, come da prassi per questo genere di operazioni, in forma di Ddos (Distributed denial of service, interruzione distribuita del servizio). In pratica i server presi di mira vengono investiti di richieste di accesso ai sistemi informatici. La mole di tentativi di accesso fa collassare l’intera infrastruttura, che esaurisce la larghezza di banda disponibile e risulta quindi inaccessibile dall’esterno. È come se troppi utenti si collegassero nello stesso momento, rallentando il funzionamento del sito fino a farlo bloccare. Si tratta di una forma di attacco hacker quasi a costo zero ed estremamente efficace.

Di Umberto Cascone

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