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Auto elettrica, no ai soliti lamenti
In Italia non si riesce ad evitare le guerre sull’auto elettrica e a dribblare scenari catastrofici sul futuro dell’industria automobilistica
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Auto elettrica, no ai soliti lamenti
In Italia non si riesce ad evitare le guerre sull’auto elettrica e a dribblare scenari catastrofici sul futuro dell’industria automobilistica
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Auto elettrica, no ai soliti lamenti
In Italia non si riesce ad evitare le guerre sull’auto elettrica e a dribblare scenari catastrofici sul futuro dell’industria automobilistica
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In Italia non si riesce ad evitare le guerre sull’auto elettrica e a dribblare scenari catastrofici sul futuro dell’industria automobilistica
Niente, non riusciamo a evitare le guerre di religione sulle auto elettriche. Sembra che non ce la facciamo proprio a dribblare scenari catastrofici e catastrofisti, come conseguenza della decisione europea di vietare dal 2035 la vendita di auto spinte da motori termici. L’ultimo, in occasione dell’inaugurazione del Salone dell’auto di Parigi, è arrivato dall’amministratore delegato di Stellantis (era la Fiat) Carlo Tavares.
Ha evocato il “disastro sociale”, in caso di conferma della strada a tappe forzate verso l’elettrificazione della mobilità.
Sempre la stessa storia delle centinaia di migliaia di posti di lavoro a rischio in Europa, come se l’evoluzione e il progresso fossero la negazione del passato e non la costruzione del futuro.
La pensa in modo diametralmente opposto il presidente francese Emmanuel Macron, che ha promesso l’istallazione di un mare di punti di ricarica in ogni angolo della Francia e incentivi da 7000 euro per l’acquisto di auto elettriche.
La posizione del N.1 di Stellantis – come accennato – è arcinota e non è certo solo sua: in questo modo, sostiene, l’Ue finirà per consegnarsi alla Cina, che al momento è leader indiscussa nella produzione di batterie per auto e ha invaso il Salone di Parigi, mentre l’Italia è di fatto assente.
Colpisce e sconforta, al netto di difficoltà che ben conosciamo e dell’immensità di una sfida che non sfugge a nessuno, la ristrettezza di vedute e l’incapacità di proporre qualcosa di nuovo e diverso. L’unica cosa che sentiamo ripetere è che non ci sarà un futuro dell’automotive, in caso di progressivo abbandono del motore tradizionale. Lascia straniti l’evidente incongruenza storica di dichiarazioni del genere, considerato che l’intera industria automobilistica mondiale sta andando verso l’elettrificazione e mettersi in posizioni cocciutamente in difesa di soluzioni ingegneristiche superate potrebbe risultare fatale.
Molto più del passaggio all’elettrico.
Il tema delle batterie è sacrosanto, ma perché in questo benedetto Paese – a cominciare proprio da Stellantis – non si parla praticamente mai delle Gigafactory, i grandi stabilimenti per la produzione di batterie per auto elettriche? Parliamo di un mercato stimato in Europa da 250 miliardi di euro. Ci ha pensato l’americanissima Tesla, con la sua enorme Gigafactory in Germania.
È un’occasione straordinaria anche per creare sinergie europee, a cominciare proprio con la Francia, dalle quali non dobbiamo restare esclusi.
Ancora, un’opportunità storica per fare ricerca e sviluppo e non limitarsi a ripetere stancamente i soliti allarmi, senza proporre soluzioni al passo con i tempi. Panorama alquanto sconfortante.
di Fulvio Giuliani
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