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Caro bolletta, il fotovoltaico può bastare? Le soluzioni possibili

Con la crisi energetica cresce l’interesse verso le fonti alternative. Per la casa, la prima scelta ricade sui pannelli fotovoltaici che possono ridurre la bolletta anche del 90%, ma solo in determinate condizioni.
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Caro bolletta, il fotovoltaico può bastare? Le soluzioni possibili

Con la crisi energetica cresce l’interesse verso le fonti alternative. Per la casa, la prima scelta ricade sui pannelli fotovoltaici che possono ridurre la bolletta anche del 90%, ma solo in determinate condizioni.
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Caro bolletta, il fotovoltaico può bastare? Le soluzioni possibili

Con la crisi energetica cresce l’interesse verso le fonti alternative. Per la casa, la prima scelta ricade sui pannelli fotovoltaici che possono ridurre la bolletta anche del 90%, ma solo in determinate condizioni.
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Con la crisi energetica cresce l’interesse verso le fonti alternative. Per la casa, la prima scelta ricade sui pannelli fotovoltaici che possono ridurre la bolletta anche del 90%, ma solo in determinate condizioni.
Il 29 maggio 1982 veniva approvata la legge 308, legge che prevedeva lo sviluppo delle tecnologie da fonti rinnovabili. Oggi, a distanza di 40 anni le rinnovabili soddisfano solo il 14% della domanda totale di energia elettrica del paese. Forse un po ‘ poco viste le aspettative che si avevano in quegli anni. Mai come ora, con il conflitto tra Ucraina e Russia, si è intesa l’importanza di essere energeticamente indipendenti.  In Italia, incrementare il numero di impianti solari, eolici, idroelettrici, geotermici per il raggiungimento ideale di 4700 megawatt l’anno sembra essere un obiettivo complicato. Nel 2021 sono stati costruiti meno di un terzo degli impianti a fonte rinnovabile (pari a 1300 megawatt). Il paesaggio, il vento, il sole Il problema è annoso e risaputo: far coesistere il patrimonio culturale italiano (con 56 siti UNESCO) con gli obiettivi di indipendenza e aumento degli impianti ad energia rinnovabile, in particolare pannelli solari, che sembrano non avere collocazione senza evitare di rovinare il paesaggio.  La ricerca Regions di Elemens, ha analizzato 209 progetti eolici presentati per la transizione ecologica al Ministero della Cultura per la loro valutazione: 41 quelli rifiutati, 162 non valutati e solo 6 con esito positivo. Il nostro paese non è neppure predisposto a livello geografico e climatico ad abbracciare le pale eoliche, perché il loro rendimento annuo – con il poco vento che disponiamo in Italia – sarebbe poco soddisfacente. Se larga scala, le problematiche restano, i pannelli solari si sono dimostrati un valido alleato per la produzione energetica.  Se vent’anni fa si poteva godere di sovvenzioni statali particolarmente generose, le cose oggi stanno diversamente; proprio oggi che dovrebbero pigiare l’acceleratore per l’obiettivo entro il 2030 della decarbonizzazione.  Ecco le alternative oggi possibili: 
  • restano gli sconti in fattura del 50% e successiva cessione del credito d’imposta
  • detrazione fiscale del 50% per ristrutturazione edilizia 
  • 110% per Ecobonus, ma che non può essere eseguita per la sola operazione pannellistica. 
I pannelli odierni sono molto più performanti e costano molto meno che negli anni 2000. Per dare un’idea in numeri, installare un pannello solare di 1 Kwh costa circa 2000 euro mentre per raggiungere i 3,5 Kwh totali servono circa 7000 euro.  Sarebbe fantastico raggiungere un’indipendenza energetica privata, ma come vedremo è poco realistica e ancora troppo onerosa. Ci sono molti fattori che influiscono sulle performance dei pannelli solari: in primis le condizioni atmosferiche nel luogo in cui si vive. Le performance dell’impianto installate in una regione con un meteo variabile come il nord Italia non renderebbero in egual modo se paragonate al sud.  Dato che il risparmio in bolletta generato dal fotovoltaico ammonta a poco meno del 50%, si può ottenere un ritorno economico dell’investimento abbastanza veloce (mediamente 6-8 anni).  L’intermittenza e la dispersione nelle rinnovabili sono però un ostacolo. Ammesso che le condizioni in cui si andranno ad installare siano perfette, il problema avviene durante la notte.  Un’alternativa per sopperire a questa problematica sono gli accumulatori di energia. Acquistando questi immagazzinatori di energia, si ha la possibilità di risparmiare in bolletta con un autoconsumo fino al 90%. Di contro però queste batterie costano ancora troppo e non è facile rientrare nell’investimento nel breve-medio termine. È vero anche che l’energia prodotta in surplus può essere venduta alla società referente, ma il pagamento è minimo. Dobbiamo trovare una soluzione al ritardo energetico sostenibile per recuperare il gap colmato entro il 2030. Una cosa è certa, la prima fonte rinnovabile che funziona ancora nel nostro paese è l’idroelettrico, con le enormi dighe realizzate tra le due guerre.   di Marco Mauri

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