ChatGPT, polemica artificiale
| Tech
Il blocco di ChatGPT in Italia, messo a bando dal Garante della privacy. Un’era digitale di divieti e ostracismi spesso paradossali
ChatGPT, polemica artificiale
Il blocco di ChatGPT in Italia, messo a bando dal Garante della privacy. Un’era digitale di divieti e ostracismi spesso paradossali
| Tech
ChatGPT, polemica artificiale
Il blocco di ChatGPT in Italia, messo a bando dal Garante della privacy. Un’era digitale di divieti e ostracismi spesso paradossali
| Tech
AUTORE: Fulvio Giuliani
Sull’intelligenza artificiale siamo ormai a uno dei classici stadi dei fenomeni di moda: dopo la fase dell’innamoramento collettivo – durante la quale non sembra che possano esistere realtà alternative e che l’intero futuro dell’umanità e di ciascuno di noi passi da lì – si transita da quella dell’apparente assuefazione e inevitabilità, per approdare al momento della repulsione.
È l’istante in cui la moda, osannata e idolatrata sino un minuto prima, diventa fonte di ogni male conosciuto e rischio capitale per l’umanità. Un procedere allo stesso tempo ben noto e piuttosto ridicolo, che nel caso dell’intelligenza artificiale ha assunto contorni particolarmente clamorosi.
Non ci riferiamo solo al bando deciso dal Garante della privacy a ChatGPT in Italia, ma è inevitabile passare da qui. Ferma restando la sacralità dei dati di ciascuno di noi e quindi rispettando profondamente i principi della mossa del Garante, non possiamo notare come nell’era digitale i divieti e gli ostracismi su base nazionale siano sostanzialmente paradossali e inattuabili: è sempre un po’ come provare a fermare la marea con le mani.
Continua ad apparire più opportuno obbligare Open Ai, madre di ChatGPT, a rispettare le regole italiane ed europee, piuttosto che metterla all’indice, mentre con non pochi altri big tech di ben altro peso e influenza, lo stesso Garante della privacy ha un fare decisamente meno ultimativo.
Poi, sull’onda del sospetto ravvedimento di Elon Musk sull’intelligenza artificiale, sono seguite le lamentatio dei guru italiani del settore. Gli stessi che fino a quattro secondi fa decantavano le meraviglie e la potenza dell’AI, hanno cominciato a disegnare scenari foschi e apocalittici. Roba che in confronto Asimov era un tenero agnellino.
Calma, gente. L’intelligenza artificiale è già abbondantemente fra di noi, ci agevola e sostiene nella nostra vita quotidiana in una miriade di applicazioni che rendono più agevole un’infinità di compiti e lavori.
Va certamente regolarizzata, ma innanzitutto va studiata e compresa.
Non neghiamo un certo timore davanti alla potenza della “macchina pensante“, ma prima di abbandonarci fra le braccia di Terminator, vorremmo almeno darci l’occasione di comprenderla fino in fondo. Indirizzare, gestire e fare dell’intelligenza artificiale ciò per cui è nata: un facilitatore e moltiplicatore dell’inimitabile, stupefacente e perfettibile intelligenza dell’animale pensante chiamato uomo.
di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
- Tag: Evidenza, tecnologia
Leggi anche
La fine della “lista di link”. OpenAI punta al portafoglio di Google
26 Novembre 2025
Non è un aggiornamento, è un assedio. Mentre Google è impegnata a difendere il suo impero nelle au…
L’Europa e la grande retromarcia digitale: quando la burocrazia si arrende alla realtà (e ai miliardi)
21 Novembre 2025
L’Europa e la grande retromarcia digitale: Bruxelles allenta la morsa su GDPR e Intelligenza Artif…
Cloudflare down, problemi per milioni di siti nel mondo
18 Novembre 2025
Un problema a Cloudflare, azienda che aiuta i siti web a proteggere e gestire il loro traffico int…
Siamo realmente al sicuro online?
05 Novembre 2025
Siamo certi di essere realmente al sicuro online? Rispondere a questa domanda – specie se in modo…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.