Come cambia il modo di fare ricerche sul web con l’intelligenza artificiale – IL VIDEO
Meno traffico ai siti, più risposte dall’intelligenza artificiale. L’AI Mode di Google, attiva in Italia da inizio ottobre, ha stravolto il modo di fare ricerche sul web
Come cambia il modo di fare ricerche sul web con l’intelligenza artificiale – IL VIDEO
Meno traffico ai siti, più risposte dall’intelligenza artificiale. L’AI Mode di Google, attiva in Italia da inizio ottobre, ha stravolto il modo di fare ricerche sul web
Come cambia il modo di fare ricerche sul web con l’intelligenza artificiale – IL VIDEO
Meno traffico ai siti, più risposte dall’intelligenza artificiale. L’AI Mode di Google, attiva in Italia da inizio ottobre, ha stravolto il modo di fare ricerche sul web
Meno traffico ai siti, più risposte dall’intelligenza artificiale. L’AI Mode di Google, attiva in Italia da inizio ottobre, ha stravolto il modo di fare ricerche sul web. Non più con parole chiavi precise, ma attraverso un dialogo con la macchina stessa. Una vera rivoluzione che arriva dopo l’introduzione dell’AI Overview, un testo generato da Gemini – l’intelligenza artificiale di Google – che appare in cima ai risultati della ricerca prima della lista dei siti. Un riassunto sintetico e centrato delle informazioni raccolte sul web e prodotte da altri siti.
Un sistema più rapido di ottenere risposte che rischia però di avere ripercussioni sul traffico web degli editori tradizionali. E per questo gli editori di giornali europei si stanno mobilitando. Anche quelli italiani: il mese scorso la Fieg, l’associazione italiana degli editori, ha presentato un reclamo formale all’Agcom contro il servizio AI Overviews di Google, chiedendo alla Commissione Europea di aprire un procedimento ai sensi del Digital Services Act (DSA), perché, secondo la Fieg, «Google sta anteponendo le sue risposte AI alle query degli utenti integrandole direttamente nell’elenco dei risultati, senza dover cliccare sulle fonti originali, ossia i siti degli editori».
Anche di questo si è parlato al convegno “Intelligenza umana, supporto artificiale”, organizzato da Adnkronos presso il Palazzo dell’informazione. Diego Ciulli, Head of Government Affairs and Public Policy di Google, ha dichiarato a La Ragione che “L’idea è che l’AI Mode si tratti di un motore di ricerca evoluto in grado di rispondere a domande complesse delle persone che necessiterebbero, con il motore di ricerca tradizionale, di decine di ricerche. E L’AI mode non si limita a fornire una risposta ma fornisce anche i link delle fonti più rilevanti con cui ha dato quella risposta proprio per continuare quel rapporto sinergico per portare traffico ai siti che producono informazione”.
Alberto Barachini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, allo stesso evento ha parlato della necessità di istituire un fondo europeo per l’informazione responsabile, che “è l’unico vero argine alla disinformazione e ai pericoli del deep fake: bisogna sostenere l’informazione pubblica. Su questo punto l’Italia ha già portato avanti “due iniziative importanti, e cioe’ l’allineamento all’AI Act, anticipando l’Europa, e l’introduzione del reato di deepfake connesso al diritto d’autore per la difesa della trasparenza”.
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