Dall’edicola a TikTok: l’informazione ai tempi dei social media
Per l’Eurobarometro il 42% dei giovani ha abbandonato i media tradizionali in favore delle piattaforme social
Dall’edicola a TikTok: l’informazione ai tempi dei social media
Per l’Eurobarometro il 42% dei giovani ha abbandonato i media tradizionali in favore delle piattaforme social
Dall’edicola a TikTok: l’informazione ai tempi dei social media
Per l’Eurobarometro il 42% dei giovani ha abbandonato i media tradizionali in favore delle piattaforme social
Stando a quanto emerso dall’ultima indagine del Parlamento europeo sui giovani, il 42% degli europei di età compresa tra i 16 e i 30 anni si informa principalmente attraverso le piattaforme social. Come TikTok, Instagram, YouTube e via andare. Per accedere a notizie di attualità, infatti, la tv e i media tradizionali, come i giornali, sembrano ormai percepiti come desueti e sempre meno obiettivi. I social media, in questo modo, sono diventati progressivamente il principale contenitore di notizie. Anche grazie alla circolazione rapida dei contenuti e alla logica dell’instant journalism. Non stupisce che negli ultimi anni si stiano consolidando al loro interno anche alcuni editori nativi e ben strutturati. Che si avvalgono di professionisti dell’informazione e divulgatori. Un aspetto poco rassicurante, però, è che questi ambienti digitali spesso si rivelano ricettacoli di contenuti imprecisi o fuorvianti, soprattutto a danno dei giovanissimi.
Molti degli adolescenti intervistati ne sono dipendenti e gravitano così in ambienti pregni di disinformazione. TikTok risulta la piattaforma più frequentata da queste fasce d’età (il 51% lo utilizza come fonte primaria) considerate fragili. Ed è stata valutata come ricca di contenuti ingannevoli anche nel Reuters Institute Digital News Report del 2024. Nonostante ci siano degli editori affidabili, questi contesti lasciano ampio spazio a opinioni non verificate o non basate su fonti attendibili. Che molte volte sfociano in pagine e canali dalla dubbia attendibilità. Queste, facendo leva su sensazionalismi e complottismi vari riescono a guadagnarsi una grossa fetta di “lettori”. Invece, i giovani europei che hanno tra i 25 e i 30 anni fanno un uso decisamente più limitato di TikTok (solo il 29%). Lo stesso vale per Instagram che viene scelto dal 41% dei 25-30enni, con una percentuale che sale al 52% tra i 16 e i 18 anni.
Visto che oggi, il flusso delle notizie dentro questi ambienti digitali è guidato principalmente dagli influencer o da altri attori “alternativi”, piuttosto che dalle testate giornalistiche tradizionali, è aumentato esponenzialmente il rischio di incappare in delle fake news. Meta, inoltre, ha da poco allentato le briglie del suo sistema di fact-checking e per molti utenti diventa sempre più arduo riconoscere la veridicità dei contenuti con i quali interagiscono. Così facendo si alimenta una sfiducia generale nei media e nelle istituzioni politiche che sfocia inesorabilmente nell’ambito psicologico, spingendo molti giovani a “rassegnarsi”. Si va a creare un ambiente che li disincentiva dal coltivare un pensiero critico fondamentale a far valere i propri diritti. Un abbandono che a sua volta sedimenta una cittadinanza sempre più scettica e disinteressata alla “cosa pubblica”. Tanto che il 21% dei giovani intervistati ha espresso una certa reticenza nei confronti delle istituzioni politiche in seno all’Unione europea.
D’altro canto, i giovani fanno sempre più affidamento a queste piattaforme che diventano veicolo di attivismi, proteste e petizioni. Nonostante tutto, buona parte dei 25-30enni, per quanto riguarda l’informazione, tende ancora ad affidarsi sia ai siti di informazione online (30%) sia alla radio (19%).
Non sorprende rilevare che in Italia, dove permane un attaccamento viscerale al media televisivo, questa risulti ancora il mezzo più utilizzato per informarsi su temi politici e sociali, con il 52% delle preferenze anche tra i 16 e i 30 anni. Seguono i social media, scelti dal 44%, e infine la stampa e le piattaforme di notizie online, utilizzate dal 25% degli intervistati. Più nello specifico, Instagram viene utilizzato dal 59% dei giovani (a fronte di una media UE del 47%), seguito da TikTok con il 35% (contro il 39% della media europea) e YouTube, stabile al 37%, in linea con il dato UE. X (ex Twitter) si posiziona solo al quinto posto, usato dal 19%, leggermente al di sotto della media europea del 21%.
di Angelo Annese
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