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DeepSeek, l’AI ultra low budget che fa tremare Wall Street

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DeepSeek, completamente sviluppato in Cina da un team cinese, non prevede un pagamento per accedere ed è costata pochissimo

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DeepSeek, l’AI ultra low budget che fa tremare Wall Street

DeepSeek, completamente sviluppato in Cina da un team cinese, non prevede un pagamento per accedere ed è costata pochissimo

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DeepSeek, l’AI ultra low budget che fa tremare Wall Street

DeepSeek, completamente sviluppato in Cina da un team cinese, non prevede un pagamento per accedere ed è costata pochissimo

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Se Elon Musk voleva una conferma alla sua teoria secondo cui il maxi investimento da 500 miliardi di dollari, approvato da Trump per lo sviluppo dell’AI, non sarebbe servito a nulla, questa è arrivata ieri. Ed è arrivata con la forza di una percentuale: -16,97%. È il risultato delle quotazioni Nvidia a Wall Street. Tutto per colpa del proverbiale Davide che abbatte il gigante Golia. In questo caso, Davide ha gli occhi a mandorla e si chiama DeepSeek.

Si tratta di un modello di AI come tanti, completamente sviluppato in Cina da un team cinese. Ma ha due caratteristiche chiave: è del tutto open source, quindi non prevede un pagamento per essere accessibile, e soprattutto è stata sviluppata con niente. L’investimento è lillipuziano: appena 5,6 milioni di dollari. Per capirci, OpenAI, Gemini e le altre sono costate tra i 100 milioni e il miliardo ai rispettivi promotori.

Ci si potrebbe immaginare, considerati i luoghi comuni sui prodotti cinesi, che a fronte di investimenti così risicati il risultato sia scadente. Non è così. DeepSeek è perfettamente alla pari dei competitor, e in alcuni casi li supera. L’ultimo modello, l’R1, è dotato di capacità reasoning molto avanzate. Il tutto disponibile gratuitamente per gli utenti che, se si affidassero a analoghi prodotti del colosso OpenAI, dovrebbero aprire il portafoglio e sottoscrivere un abbonamento.

Non stupisce che in poche ore DeepSeek sia divenuta l’app gratuita più scaricata sui dispositivi Apple negli Stati Uniti. Con logiche conseguenze sulla Silicon Valley. Nvidia, regina indiscussa della produzione di chip e processori, trema: i suoi prodotti non possono essere esportati in Cina, e questo nuovo prodotto AI dimostra che si può funzionare benissimo senza appoggiarsi ai chip a stelle e strisce. Tutte le aziende che operano nell’informatica, nel calcolo e nei software hanno perso parecchio in borsa. Si parla di “effetto Sputnik”. Il timore, come avvenne nel 1957, che il futuro che si prospettava guidato dagli Usa sfugga di mano, costringendo gli americani a rincorrere avversari apparentemente più arretrati.

Di Umberto Cascone

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