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Dietro il successo mondiale di OnlyFans

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Oltre 4,5 milioni di creatori di contenuti a pagamento, quasi 378 milioni di account-fan che accedono alla piattaforma, con un incremento del 24% a livello globale. OnlyFans sta volando

OnlyFans

Dietro il successo mondiale di OnlyFans

Oltre 4,5 milioni di creatori di contenuti a pagamento, quasi 378 milioni di account-fan che accedono alla piattaforma, con un incremento del 24% a livello globale. OnlyFans sta volando

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Oltre 4,5 milioni di creatori di contenuti a pagamento, quasi 378 milioni di account-fan che accedono alla piattaforma, con un incremento del 24% a livello globale. OnlyFans sta volando

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Oltre 4,5 milioni di creatori di contenuti a pagamento, quasi 378 milioni di account-fan che accedono alla piattaforma, con un incremento del 24% a livello globale. OnlyFans sta volando, altro che crisi. Se ne parla tanto e spesso il sito è identificato come simbolo di un sistema – a pagamento – codificato, con un ecosistema di visitatori che si collega per guardare contenuti erotici (e pornografici) prodotti in casa, pubblicati con il consenso dei diretti interessati. Che è poi la differenza principale rispetto alla comunità costruita intorno al famigerato gruppo Facebook “Mia Moglie” – rimosso e finito su altre sponde, come Telegram – che continua a occupare le cronache con il racconto delle donne inconsapevoli vittime che si sono viste esporre senza veli dinanzi a 32mila potenziali spettatori.

OnlyFans è presente anche nella cronaca di questi giorni per le foto dell’aspirante Miss Italia, Vanessa Zeneli, esclusa dalla competizione per le foto di nudo finite proprio sulla piattaforma. Non c’è giorno che OnlyFans non sia legata a notizie su attualità e questa sua posizione baricentro della discussione mediatica si traduce in numeri: secondo quanto riferito dalla Fenix International Ltd (la società che possiede OnlyFans, con sede nel Regno Unito), nell’ultimo anno il suo proprietario Leonid Radvinsky, magnate di origini ucraine (che secondo il “New York Post” e “Variety” starebbe cercando un compratore al prezzo di almeno otto miliardi di dollari), ha ricevuto 700,1 milioni di dollari in dividendi.

Inoltre l’azienda ha incassato circa 7,2 miliardi di dollari dagli abbonati nel corso dell’anno (di cui 5,8 miliardi di dollari sono stati restituiti ai creatori di contenuti a luci rosse), con un aumento del 9% rispetto all’anno precedente, mentre i ricavi netti si attestano su una cifra di 1,41 miliardi, in crescita dell’8% rispetto all’anno prima, e un profitto pre-tassazione di 684 milioni di dollari (+4%). Niente male per l’industria dell’intimità simulata, che nei mesi scorsi ha conquistato il primato mondiale per fatturato medio per dipendente: 37,6 milioni di dollari, cifra che mette in ombra giganti della Silicon Valley come Nvidia (3,6 milioni) e addirittura Apple (2,4 milioni).

Sempre su OnlyFans, che vede negli Stati Uniti il suo principale mercato, il numero totale di account di creator che producono contenuti per il sito è cresciuto del 13%, raggiungendo i 4,6 milioni. Su “La Ragione” abbiamo raccontato anche della discussa scelta di Sachia Vickery, 30enne tennista americana (numero 559 al mondo) che ha aperto un profilo sulla piattaforma, incassando in un mese quanto incassato in un anno di tornei. Il punto è che OnlyFans, con il suo schema discusso (per l’eccessiva presenza di contenuti porno) ma vincente, rappresenta un’opportunità per guadagnarsi da vivere, anche se evidentemente non per tutti.

E soprattutto, sin dalla sua nascita (nel 2016, da un’idea dell’imprenditore Tim Stokely come piattaforma per la condivisione di contenuti di vario tipo accessibili con modello pay-per-view, in cui l’utente paga un abbonamento mensile a un determinato profilo e può poi acquistare contenuti extra o interagire direttamente con chi pubblica, anche attraverso messaggi privati) ha cambiato il modo in cui si pensa ai social media, affermando la centralità di una cultura sempre più costruita intorno a un gruppo-comunità che entra nelle case dei creatori di contenuti, con la promessa di accedere a guadagni veloci, facili, costruendosi una fama sul web. Spesso è un’illusione, ma ci credono fortemente diversi milioni di persone ogni mese.

di Nicola Sellitti

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