“Il PNRR è forse l’ultima occasione”, parla Duccio Vitali
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Parliamo di digital transformation con Duccio Vitali, CEO di Alkemy, società leader del settore e capiamo perché bisogna avere il coraggio di dare una svolta al proprio business

“Il PNRR è forse l’ultima occasione”, parla Duccio Vitali
Parliamo di digital transformation con Duccio Vitali, CEO di Alkemy, società leader del settore e capiamo perché bisogna avere il coraggio di dare una svolta al proprio business
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“Il PNRR è forse l’ultima occasione”, parla Duccio Vitali
Parliamo di digital transformation con Duccio Vitali, CEO di Alkemy, società leader del settore e capiamo perché bisogna avere il coraggio di dare una svolta al proprio business
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AUTORE: Giovanni Palmisano
“Il PNRR è un’occasione imperdibile per l’Italia, forse l’ultima per colmare il gap con gli altri Stati sviluppati”, parola di Duccio Vitali, CEO di Alkemy, società quotata in Borsa attiva nella digital transformation che nel 2021 ha guadagnato oltre il 200% aggiudicandosi la miglior performance del listino.
Un concetto, quello della trasformazione digitale, spesso richiamato nel mondo delle imprese, ma che in pochi conoscono concretamente, in Italia. Una chiara indicazione arriva dall’indice dell’economia e della società digitali (DESI) che misura il livello di digitalizzazione raggiunto nei 27 Paesi UE.
Nella classifica 2022 l’Italia si colloca al 18° posto, due posizioni meglio del 2021, ma “va considerato – sottolinea Vitali – che il DESI non fa un confronto con tutte le principali economie mondiali, ma solo con quelle comunitarie”.
Per migliorare in questo asset strategico è necessario che la conoscenza della digital transformation coinvolga i ruoli più importanti delle imprese.
“Invece, molti imprenditori non pensano che questa trasformazione debba interessare da vicino le figure apicali dell’azienda, ma solo chi deve metterci mano. Si tratta – continua Vitali – di una prospettiva tattica e non strategica. Così è impossibile avere una visione a lungo termine capace di trasformare davvero il business aziendale”.
Un processo del genere richiede in media 7 anni, ma i vantaggi sono rilevanti. Per capirlo, Vitali ci porta gli esempi di AirBnb, Uber e Netflix che oggi dominano il web nei rispettivi settori grazie ad una strategia digitale chiara e di lungo periodo.
“AirBnb e Hilton operano nel settore dell’hospitality, ma il conto economico della prima è molto più competitivo perché ha sfruttato le opportunità della digital transformation”, spiega.
Insomma, per dirsi digitali non basta aprire un canale Instagram o TikTok. Una trasformazione efficace richiede un’alchimia di competenze, da cui prende il nome la società rappresentata da Vitali, che ha promosso la campagna di lancio della serie tv di Prime Video “The bad guy”, utilizzando una delle sue anime, quella relativa ai dati: “Abbiamo messo uno schermo gigante in San Babila, a Milano, dove apparivano le persone lì presenti. Utilizzando anche i dati del Ministero dell’Interno, veniva fuori la scritta “tra di voi ci sono almeno tre persone che hanno rubato”, e simili. L’interazione tra creatività e parte analitica ha generato ottimi risultati”.
Il passo deciso verso la digital transformation non può essere rimandato, ancor meno ora che il PNRR destina 40 miliardi a questo asset.
Il sistema produttivo italiano ha fatto passi importanti sul piano della consapevolezza come certificano i 27 miliardi di euro allocati, che collocano il Belpaese al primo posto in Europa per investimenti nel digitale legati al Piano di ripresa e resilienza. Non bastano però gli investimenti, né la consapevolezza e le competenze: lo sprint decisivo verso la digital transformation passa dalla terza “C”: il coraggio. “Di accettare il fallimento, di provare, di cambiare”, conclude Vitali.
Di Giovanni Palmisano
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