Taci, gli elettrodomestici ti ascoltano
Negli ultimi anni la corsa alla connessione ha portato con sé non solo comodità e innovazione, ma anche nuove e preoccupanti vulnerabilità, per vari elettrodomestici

Taci, gli elettrodomestici ti ascoltano
Negli ultimi anni la corsa alla connessione ha portato con sé non solo comodità e innovazione, ma anche nuove e preoccupanti vulnerabilità, per vari elettrodomestici
Taci, gli elettrodomestici ti ascoltano
Negli ultimi anni la corsa alla connessione ha portato con sé non solo comodità e innovazione, ma anche nuove e preoccupanti vulnerabilità, per vari elettrodomestici
Negli ultimi anni la corsa alla connessione ha portato con sé non solo comodità e innovazione, ma anche nuove e preoccupanti vulnerabilità. A farne le spese siamo un po’ tutti, senza distinzioni o limiti d’età. A partire dai più piccoli. In Germania l’allarme è scattato per alcune bambole dotate di microfono capace di registrare le conversazioni dei bambini. E sono stati vietati anche gli smartwatch per i più giovani, ritenuti troppo facilmente violabili. Un avvertimento simile era peraltro arrivato già dall’Fbi, che aveva avvisato dei rischi dei cosiddetti ‘giocattoli-spia’.
Ma la minaccia non riguarda soltanto i dispositivi per l’infanzia. Nell’universo dell’Internet of Things, ogni oggetto connesso rappresenta una porta d’ingresso per chi intende violare la nostra privacy. Le smart tv dotate di microfoni e telecamere sarebbero, secondo gli esperti, tra i mezzi più efficaci per spiare gli utenti. Addirittura Wikileaks ha documentato come la Cia fosse in grado di intercettare le conversazioni private tramite televisori intelligenti. Ma il discorso può essere esteso anche ad altri elettrodomestici smart presenti nelle nostre case: i frigoriferi connessi a Internet hanno ad esempio un microfono che consente l’interazione vocale. Qualche tempo fa fece notizia il caso di una mamma che, per punire il figlio a causa dei cattivi risultati scolastici, lo aveva privato di computer e cellulare, salvo scoprire che il ragazzo inviava messaggi vocali utilizzando proprio il frigo di casa. Per non parlare degli smart speaker: Il caso del Google Home Mini, che registrava e conservava tutte le conversazioni circostanti, ha sollevato polemiche e dubbi. E, sebbene Google abbia ormai risolto il problema, l’attenzione rimane alta.
Anche le auto intelligenti non sono esenti da critiche: fra microfoni e sistemi di geolocalizzazione, si teme che possano registrare le nostre conversazioni e archiviare i dati presi dai sistemi di bordo. Anche se sarebbe interessante capire quale utilizzo si possa fare degli improperi lanciati ogni giorno dagli automobilisti nel traffico cittadino.
Per la serie “Non si può stare in pace neppure quando si è soli”, tra le minacce più serie vanno annoverati anche i sex toys connessi alla Rete. Emblematico il caso di We.Vibe, azienda americana i cui dispositivi sono stati hackerati: si è saputo così non solo della possibilità di essere controllati da terzi persino in ‘quei’ momenti, ma anche della circostanza per cui i dati sull’utilizzo venivano raccolti dalla casa produttrice. Con il risultato che la società ha perso una causa legale da 4 milioni di dollari intentata da un gruppo di utenti.
Le webcam, i microfoni o le fotocamere degli smartphone sono uno strumento di sorveglianza continua. Ma, al di là delle teorie del complotto, la tesi non è del tutto campata per aria. Un’università israeliana ha infatti scoperto che, attraverso un malware chiamato Speake(a)r, anche le cuffie collegate al pc possono essere trasformate in microfoni per registrare conversazioni, sfruttando una vulnerabilità nei codec audio RealTek.
Alla fine, gli elettrodomestici e i sistemi di comunicazione che dovrebbero agevolare la nostra quotidianità rischiano di invadere la nostra sfera privata più di quanto immaginiamo. E, tutto sommato, viene un po’ di nostalgia per la vicina pettegola che ci osservava di continuo per alimentare il gossip da pianerottolo. Argomentazioni che, al massimo, facevano notizia nelle riunioni condominiali. E soprattutto non finivano in pasto al magnate o al potente di turno.
di Stefano Faina e Silvio Napolitano
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Tag: tech
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