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I “fuffa-guru” e l’industria delle illusioni online

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Si parla di ‘fuffa-guru’, venditori di fumo, personaggi alquanto discutibili che promettono guadagni facili, successo garantito, risultati straordinari in tempi record, con un “soddisfatti o rimborsati” che spesso non corrisponde al vero

I “fuffa-guru” e l’industria delle illusioni online

Si parla di ‘fuffa-guru’, venditori di fumo, personaggi alquanto discutibili che promettono guadagni facili, successo garantito, risultati straordinari in tempi record, con un “soddisfatti o rimborsati” che spesso non corrisponde al vero

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I “fuffa-guru” e l’industria delle illusioni online

Si parla di ‘fuffa-guru’, venditori di fumo, personaggi alquanto discutibili che promettono guadagni facili, successo garantito, risultati straordinari in tempi record, con un “soddisfatti o rimborsati” che spesso non corrisponde al vero

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Si parla di ‘fuffa-guru’, venditori di fumo, personaggi alquanto discutibili che promettono guadagni facili, successo garantito, risultati straordinari in tempi record, con un “soddisfatti o rimborsati” che spesso non corrisponde al vero. Lo ha dimostrato lo youtuber Poldo in un video dal titolo “Ho comprato il corso che sta rovinando YouTube, che ha generato più di 360mila visualizzazioni: un corso che promette di realizzare video con l’intelligenza artificiale, sostituendo del tutto l’inventiva umana, con il solo obiettivo di attirare pubblico e generare entrate grazie alla monetizzazione che YouTube offre. Il risultato ‘garantito’ da questo corso (che costa 500 euro) ovviamente non è arrivato e, al momento di esercitare la clausola del “soddisfatti o rimborsati”, il referente è sparito nel nulla.

I “fuffa-guru” e il caso di Luca De Stefani, Big Luca

Quello che vi abbiamo raccontato è soltanto un esempio di tanti. Il caso dei ‘fuffa-guru’ ci porta immediatamente a pensare a Luca De Stefani, meglio noto come Big Luca, che dopo un’inchiesta partita lo scorso anno è finito nel mirino dell’Antitrust e ha ricevuto una multa di 60mila euro da parte dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato per pratica commerciale scorretta: offriva consigli e seminari a pagamento per ottenere guadagni facili, certi e immediati. Per attirare le vittime, ostentava sui social la sua ricchezza accumulata grazie ai guadagni facili, alle criptovalute, alle visualizzazioni sui social e alle altre attività che promuoveva e spiegava nei suoi corsi (naturalmente a pagamento). Ostentando la sua vita agiata a Dubai, alimentava nei potenziali clienti la voglia di emularlo.

Non solo i “fuffa-guru”, ecco le truffe su Telegram e WhatsApp

Su questi guadagni facili fanno leva anche le numerose truffe che girano su Telegram e su WhatsApp: in genere consistono nel mettere like a video o recensire locali in cambio di una ricompensa, utile a generare fiducia nella vittima. Il problema nasce quando, sfruttando quella fiducia, i truffatori chiedono di inviare o peggio di investire sempre maggiori somme di denaro (solitamente in criptovalute) con la promessa che quanto investito tornerà indietro maggiorato, a volte raddoppiato o addirittura triplicato. E qui, per le vittime, emerge l’amara verità: i guadagni facili purtroppo non esistono.

E poi ci sono le strategie promozionali aggressive, come quelle di Temu

Di altro genere sono le strategie promozionali aggressive, come quelle adottate da Temu, popolare negozio online cinese che ha conquistato l’attenzione degli utenti con pubblicità molto frequenti e offerte dal sapore irresistibile. Fra queste anche iniziative che promettono prodotti gratuiti come tablet, cuffie o console per videogiochi. Tuttavia, per accedere effettivamente a questi premi è spesso richiesta una soglia minima di spesa o il completamento di determinate attività promozionali, una dinamica poco chiara soprattutto per chi si affaccia per la prima volta allo shopping online.

Va inoltre considerato che, come accade su molte piattaforme asiatiche di e-commerce, la qualità dei prodotti può variare sensibilmente e non sempre corrisponde agli standard attesi dai consumatori europei. È anche per questo che i prezzi risultano spesso molto più bassi rispetto a quelli di altri negozi sul web, ma la convenienza può avere come contraltare una certa imprevedibilità su materiali, affidabilità o durabilità dei prodotti.

Dalla monetizzazione su YouTube alle false recensioni pagate, passando per corsi inutili e promesse fuorvianti: più che guadagnare online, oggi si guadagna vendendo l’illusione di poterlo fare. E il prezzo, spesso, lo paga chi ci crede.

di Beppe Dammacco

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