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Intelligenza artificiale, rischi e opportunità

L’AI impiegherà cinque anni per cambiare il mondo: è quanto emerge nell’incontro organizzato a Roma da AdnKronos sul tema
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Intelligenza artificiale, rischi e opportunità

L’AI impiegherà cinque anni per cambiare il mondo: è quanto emerge nell’incontro organizzato a Roma da AdnKronos sul tema
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L’AI impiegherà cinque anni per cambiare il mondo: è quanto emerge nell’incontro organizzato a Roma da AdnKronos sul tema
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L’AI impiegherà cinque anni per cambiare il mondo: è quanto emerge nell’incontro organizzato a Roma da AdnKronos sul tema
Cinque anni affinché l’AI cambiCinque anni per cambiare il mondo. È il tempo limite entro il quale gli scienziati e gli esperti del settore prevedono che l’intelligenza artificiale stravolgerà tutto o quasi. In meglio o in peggio sarà il tempo a stabilirlo, o più probabilmente i limiti che i governi imporranno alla nuova tecnologia che da una parte affascina, dall’altra spaventa. Un dato concreto per comprendere in parte cosa può cambiare: tra cinque anni il 60% delle attività lavorative sarà nuovo. Il 40% di ore lavorate, invece, sarà supportato dall’intelligenza artificiale. A dirlo è il ceo di Engineering, Maximo Ibarra, nel suo intervento al convegno “Intelligenza artificiale, rischi e opportunità” organizzato da Adnkronos per celebrare i 60 anni di attività dell’agenzia di stampa. Un evento per discutere delle prospettive dell’intelligenza artificiale, nel mese in cui anche i grandi della terra si sono interrogati sui rischi della nuova tecnologia. Si è tenuto in Gran Bretagna, l’1 e 2 novembre, il primo summit mondiale dedicato alla sicurezza nel campo dell’AI, a cui ha partecipato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Mitigare il rischio di estinzione da parte della AI dovrebbe essere una priorità globale accanto ad altri rischi come le pandemie e la guerra nucleare», è stato l’appello lanciato dal primo ministro britannico Rishi Sunak, spaventato dalla prospettiva di un mondo dominato dall’intelligenza artificiale. Più ottimistica la visione emersa durante il convegno “Intelligenza artificiale, rischi e opportunità” di Adnkronos: «L’intelligenza artificiale è il nostro copilota, non sostituisce ma si affianca. Il primo compito che abbiamo è investire di più in ricerca e innovazione e su questo una partnership pubblico-privata è determinante. Poi c’è il tema della formazione: bisogna fare massa critica», ha analizzato Maximo Ibarra. Oggi un’azienda su due a livello globale utilizza l’intelligenza artificiale, nel 2017 la percentuale era ferma al 17%. Dato in linea anche in Italia, dove però si misura maggiore disparità tra le grandi aziende che possono investire in nuove risorse e quelle meno sviluppate. A rivelarlo è Stefano Rebattoni, Presidente e ad di IBM Italia: «L’impatto delle nuove tecnologie come l’Intelligenza artificiale generativa da qui al 2030 avrà ricadute globali per la crescita enormi stimate in “16 trilioni di dollari”». In Italia, analizza Rebattoni, «si stima un impatto possibile come un Pnrr all’anno, quindi parliamo di circa 240 miliardi all’anno, dal punto di vista di supporto alla crescita del nostro Pil».

Intelligenza artificiale ed editoria

«Gli editori stanno lavorando a un codice di autoregolamentazione: è una buona strada, spero che sia efficace», lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, a margine dell’evento organizzato dall’AdnKronos. Dal 24 ottobre ha iniziato i lavori la Commissione presso il Dipartimento per l’informazione e l’editoria – istituito dallo stesso Barachini – che studierà l’impatto di questa tecnologia sul mondo del giornalismo e delle news: «La Commissione è composta da 14 tra i più importanti esperti del settore italiano. Ci sono professori delle principali università italiane, dalla Luiss alla Bocconi e l’università di Bologna». E sulle polemiche nate dopo la nomina di Giuliano Amato a presidente della Commissione: «Il presidente Giuliano Amato ha il compito di identificare anche strade normative e di tutela costituzionale per poter porre in essere delle linee guida in questo settore – commenta a La ragione Barachini. – Credo che il curriculum di Giuliano Amato sia congruo al ruolo che gli è stato assegnato a titolo gratuito per presiedere i massimi esperti italiani del settore». di Giacomo Chiuchiolo

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