Anche la Crusca le busca
Anche la Crusca le busca
Anche la Crusca le busca
In quasi quattro secoli e mezzo di storia non sarà certo la prima volta che qualcuno tenta di imbavagliare la più prestigiosa, dotta e consultata istituzione della lingua italiana. Ma se da un lato non stupirebbe venire a conoscenza di censure e mordacchie imposte in epoche buie, apprendere che l’Accademia della Crusca era stato improvvisamente oscurata da Facebook perché il suo profilo ufficiale avrebbe potuto “contenere immagini forti” (sic) fa sorridere. Superata l’iniziale incredulità, restano i fatti: l’ultimo post fino a ieri, quando la pagina è stata riattivata, risaliva al 21 dicembre. Da allora per gli amministratori della pagina non c’era stato verso di pubblicare altro. Chi aveva provato ad accedere si era ritrovato di fronte il messaggio di allerta che ci si sarebbe aspettati da un ricettacolo di contenuti per adulti, non da un salotto virtuale in cui ci si confronta sul congiuntivo, si chiedono lumi sui plurali e si dibatte a colpi di sintassi.
Dalla Crusca dicono di aver chiesto spiegazioni ma di non aver ottenuto risposta. E con la misura e l’eleganza che li contraddistingue, avevano presunto fosse dipeso dalle bizze di qualche algoritmo fermatosi alla quinta elementare e segnalano un qual certo sbigottimento unito a preoccupazione e dispiacere «per non poter raggiungere, come di consueto, i nostri lettori su quel canale». Per la verità, c’era già stato un precedente confortante: un black-out ci fu anche a giugno dello scorso anno, ma si risolse nel giro di 48 ore. Qui solo dopo tre settimane. Deficienza artificiale.di Valentino Maimone
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