“L’AI è un moltiplicatore di opportunità”, parla Zucca di Google
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Google annuncia Gemini: il suo primo modello di intelligenza artificiale multimodale, capace di comprendere e operare su diversi tipi di dati. Ce lo spiega Zucca

“L’AI è un moltiplicatore di opportunità”, parla Zucca di Google
Google annuncia Gemini: il suo primo modello di intelligenza artificiale multimodale, capace di comprendere e operare su diversi tipi di dati. Ce lo spiega Zucca
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“L’AI è un moltiplicatore di opportunità”, parla Zucca di Google
Google annuncia Gemini: il suo primo modello di intelligenza artificiale multimodale, capace di comprendere e operare su diversi tipi di dati. Ce lo spiega Zucca
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AUTORE: Raffaela Mercurio
L’intelligenza artificiale (AI) è ormai una realtà, tanto complessa e articolata da richiedere uno sforzo normativo europeo per provare a stabilire diritti e doveri di una tecnologia e delle sue applicazioni che di giorno in giorno aumentano il proprio potenziale. Per districarci nelle sue maglie strette, fra timori ed entusiasmi, non c’è miglior interlocutore di Google, il più grande colosso web al mondo che ha appena annunciato Gemini: il suo primo modello di intelligenza artificiale multimodale, capace cioè di comprendere e operare su diversi tipi di dati. Siano essi testuali o audiovisivi.
«Google è un’azienda AI-first dal 2016 e investe da tempo sull’intelligenza artificiale: l’AI è infatti alla base di molti dei prodotti che miliardi di persone usano ogni giorno, come Google Maps, Google Lens (che utilizziamo per effettuare ricerche per immagini) o Google Translate» ci spiega Simone Zucca, Director Agency and Strategic Partnerships del colosso di Mountain View. Uno studio lungo e laborioso che, stando alle previsioni dell’azienda di Palo Alto nella Silicon Valley, potrebbe davvero cambiarci la vita in meglio: «Oggi l’intelligenza artificiale è una delle tecnologie più trasformative su cui l’umanità sta lavorando e possiamo dire di trovarci di fronte a una terza ondata di rivoluzione tecnologica, dopo l’avvento di Internet e quello dei dispositivi mobili» osserva Zucca.
Come tutte le rivoluzioni, anche questa non è esente da dubbi e perplessità sulla sua accessibilità, sul rispetto della privacy e anche sui cambiamenti (o totali stravolgimenti) nel mondo del lavoro e dell’intera economia mondiale. Su quest’ultimo punto in particolare l’approccio di Google propende comprensibilmente verso un generale ottimismo. Non c’è colosso tech che non stia investendo somme enormi sull’intelligenza artificiale: «Se prendiamo come esempio le imprese, oggi l’AI rappresenta un moltiplicatore di opportunità grazie alla sua capacità di innovare i modelli di business lungo tutta la catena del valore. E le imprese sono fatte di persone, non di algoritmi».
Nell’immaginario collettivo, l’AI è oggi una fonte inesauribile di risposte e contenuti innovativi a fronte di pochissime domande. Esempio fra tutti è ChatGPT ma, come ci spiega Simone Zucca, «l’AI generativa non è l’unica tecnologia disponibile. Ci sono altre applicazioni come l’analisi predittiva o il riconoscimento visivo e sonoro: diverse soluzioni che possono essere utili alle aziende e ai lavoratori, sempre in base ai propri obiettivi e alle attività svolte».
Nonostante le premesse, è ancora altissimo lo scetticismo fra le aziende italiane. Talvolta un ritardo può divenire strategico e Google ha individuato proprio in questo ritardo un’opportunità per sé e il mondo dell’impresa di casa nostra: «A volte si deve partire dalla base e allora, per aiutare le aziende italiane a orientarsi in questo nuovo contesto, abbiamo recentemente lanciato AI Smart Report. È uno strumento senza costi che consente di conoscere i potenziali benefici dell’AI per la propria realtà aziendale». Aver timore del futuro non serve a nulla, conoscere e attrezzarsi vale nell’era digitale come nel mondo analogico che fu.
Di Raffaela Mercurio
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