app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

L’algoritmo in redazione

Giornalismo robotizzato: l’intelligenza artificiale entra in redazione e sloggia i giornalisti, compresi caporedattori e direttori. Il bivio sostituzione/collaborazione si prospetta a ogni arrivo di robot con intelligenza artificiale che insidi il posto di lavoro degli umani.
|

L’algoritmo in redazione

Giornalismo robotizzato: l’intelligenza artificiale entra in redazione e sloggia i giornalisti, compresi caporedattori e direttori. Il bivio sostituzione/collaborazione si prospetta a ogni arrivo di robot con intelligenza artificiale che insidi il posto di lavoro degli umani.
|

L’algoritmo in redazione

Giornalismo robotizzato: l’intelligenza artificiale entra in redazione e sloggia i giornalisti, compresi caporedattori e direttori. Il bivio sostituzione/collaborazione si prospetta a ogni arrivo di robot con intelligenza artificiale che insidi il posto di lavoro degli umani.
|
|
Giornalismo robotizzato: l’intelligenza artificiale entra in redazione e sloggia i giornalisti, compresi caporedattori e direttori. Il bivio sostituzione/collaborazione si prospetta a ogni arrivo di robot con intelligenza artificiale che insidi il posto di lavoro degli umani.
L’intelligenza artificiale entra in redazione e sloggia i giornalisti – compresi caporedattori e direttori – perché ormai scrive articoli perfetti che il lettore non riesce proprio ad attribuire a una macchina (di chi è il copyright?). Si ricorda che il “teorema della scimmia infinita” afferma che se una scimmia batte a caso i tasti di una tastiera per un tempo infinitamente sufficiente riuscirà a comporre la Divina Commedia (o un’opera di Shakespeare). La prospettiva non apocalittica è, invece, che l’intelligenza artificiale diventi la più stretta, fedele, infaticabile e irrinunciabile alleata delle redazioni d’ogni testata e dei suoi editori. Il bivio sostituzione/collaborazione si prospetta a ogni arrivo di robot con intelligenza artificiale che insidi il posto di lavoro degli umani (operai, trader, giudici, giornalisti et cetera): prima o poi lo perdono, oppure si alleano. Da quando, una dozzina d’anni fa, l’intelligenza artificiale ha fatto capolino presso gli editori di giornali si è scelto di imboccare la strada della convivenza. Soprattutto negli Stati Uniti (ma anche in Svezia, Francia, Spagna, Cina, con più cautela in Italia), i robot-giornalisti sono già stati assoldati da grandi editori e agenzie di stampa, come la Associated Press, per scrivere, velocissimi, i lanci di economia, finanza, sport, risultati elettorali, meteo e traffico. Come nelle fabbriche 4.0, l’idea prevalente è di far fare ai robot il lavoro noioso e ripetitivo e lasciare agli umani le inchieste, il debunking, le ricerche (dove però il robot fa il data mining a caccia di dati coerenti) e i prodotti multimediali. La stessa Ap ha vinto il premio Pulitzer per un’inchiesta fatta a quattro mani con l’intelligenza artificiale. Certo, perché la coppia giornalista-robot lavori in massima sintonia ed efficienza occorre che il partner umano acquisisca una qualche abilità con gli algoritmi e magari con le reti neurali. Per questo già pullulano i corsi ad alto livello per i giornalisti che vogliano usare l’intelligenza artificiale. Date le basse disponibilità economiche, insufficienti per assumere tanti umani, i piccoli editori imbarcano robot-giornalisti per ampliare la redazione e curare le notizie d’agenzia. Ci sono poi i freelance e i blogger che lavorano un tanto al pezzo e dunque più scrivono più incassano. In questo caso uno strumento come Jervis AI, un assistente tutto intelligenza artificiale, può raddoppiare la produttività. È un robot che ha letto circa il 10% di ciò che si trova su Internet (miliardi di pagine), che finisce le frasi con lo stesso stile e approccio dato dal giornalista, lo tiene alla larga da involontari plagi, è un ottimo portatore d’acqua appena ‘capisce’ qual è l’argomento affrontato, è convincente nell’area marketing, nelle introduzioni e nelle conclusioni d’un articolo. Ha, per ora, i suoi limiti: non è un editor, non è aggiornatissimo, non è un fact checker. Guardando (distopicamente) oltre la collina, i giornalisti umani sembrano comunque destinati a essere sostituiti dagli umanoidi intelligenti. Fra un secolo (forse molto meno) ci potremmo trovare a leggere testate di carta stampata, radiofoniche, televisive e del web create solo da grandi quantità di algoritmi, inclusi robot direttori, giornalisti, conduttori e anchorman. Con l’editore, anche lui robot, bon vivant, a godersi il sole su un pendio di Marte.   di Edoardo Fleischner

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

I videogiocatori fra azione e strategia

14 Novembre 2024
I videogiochi odierni si sono ormai emancipati da tecnologie e mode, celebrando una magia senza …

Le avventure fantastiche

07 Novembre 2024
Un tempo certe fantastiche avventure si potevano soltanto immaginare, magari attraverso un bel l…

Tecnologia spazzatura

04 Novembre 2024
Un’ondata globale di spazzatura elettronica potrebbe invaderci nei prossimi anni. L’allarme lanc…

Pinkroad, la startup che unisce le donne per combattere le molestie di strada

04 Novembre 2024
Un’idea innovativa per permettere alle donne di sentirsi più sicure quando camminano per strada …

LEGGI GRATIS La Ragione

GUARDA i nostri video

ASCOLTA i nostri podcast

REGISTRATI / ACCEDI