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AI e sistema petrolifero

L’intelligenza artificiale sta cambiando il settore petrolifero

Grazie a questa innovazione la produzione giornaliera di petrolio negli Stati Uniti negli ultimi 15 anni è triplicata

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L’intelligenza artificiale sta cambiando il settore petrolifero

Grazie a questa innovazione la produzione giornaliera di petrolio negli Stati Uniti negli ultimi 15 anni è triplicata

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L’intelligenza artificiale sta cambiando il settore petrolifero

Grazie a questa innovazione la produzione giornaliera di petrolio negli Stati Uniti negli ultimi 15 anni è triplicata

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Grazie a questa innovazione la produzione giornaliera di petrolio negli Stati Uniti negli ultimi 15 anni è triplicata

L’intelligenza artificiale (IA) sta cambiando il settore petrolifero rendendo i macchinari per l’estrazione molto più produttivi e meno rumorosi, spiega a “La Ragione” un banker che si occupa di oil & gas presso Citi. «In grandi giacimenti, il prezzo di break even per i produttori di petrolio è sceso a 40 dollari al barile dagli oltre 90 dollari del 2012. L’IA dovrebbe far calare ulteriormente questo valore, aumentando i margini e il flusso di cassa delle compagnie e mantenendo i loro dividendi sicuri e in crescita anche durante i ribassi del greggio» ha spiegato il banker.

La trivellazione petrolifera è oggi tanto digitale quanto meccanica. I sensori disseminati nei campi raccolgono informazioni su pressione, calore, radiazioni e caratteristiche delle rocce. Gli addetti che lavorano in centri operativi remoti rielaborano questi dati e regolano a distanza le apparecchiature e la forza lavoro. I computer controllano addirittura alcune attrezzature in autonomia, grazie a un software in grado di rilevare le variazioni di pressione e regolare le valvole in tempo reale. Slb, un’azienda quotata al Nyse che fornisce tecnologia agli operatori petroliferi, ha annunciato di aver iniziato a implementare anche operazioni di perforazione automatizzate e meno basate su esplosivi. Le stesse compagnie che pompano carburanti sporchi e combustibili preferiscono far funzionare le loro macchine con elettroni puliti e prevedibili. Inoltre i produttori stanno ricorrendo sempre di più agli impianti di perforazione elettrici che consentono di controllare meglio la quantità di energia usata, rispetto alle apparecchiature diesel. In passato i lavoratori dovevano risolvere in loco i problemi di queste ultime. Oggi alcuni software rilevano automaticamente le perdite di metano e le spengono senza l’intervento umano. Ciò può addirittura contribuire a ridurre la combustione del metano, una fonte potente e costosa di emissioni di gas serra.

Nei giacimenti le cui formazioni del suolo rendono necessaria l’estrazione di petrolio con acqua e sabbia, il processo di fracking (la fratturazione idraulica) comporta la perforazione di quasi due chilometri in profondità e di diversi chilometri attraverso una vasta gamma di tipi di roccia. La pressione nei pozzi diminuisce rapidamente, causando un calo della produzione fino al 65% nel primo anno. Localizzare precisamente le operazioni di fracking è dunque un gran vantaggio. Gli strumenti di intelligenza artificiale che alcune major hanno sviluppato sono in grado di prevedere quali sezioni del sottosuolo produrranno più petrolio e quali tipi di roccia saranno difficili da perforare.

Tutto ciò può incrementare il rating Esg delle aziende petrolifere e far sì che inizino a rappresentare più dell’attuale 4% della capitalizzazione di mercato dell’indice S&P 500. Oggi la crescita di questo settore sta seguendo le orme di quello dei semiconduttori, i cui guadagni di efficienza consentono ai chip di elaborare un numero di informazioni esponenzialmente maggiore rispetto a un decennio fa. La chiave è in una perforazione più intelligente, non in una maggiore quantità. I produttori stanno perforando pozzi orizzontali molto più lunghi e sofisticati, trovando depositi di shale-oil più ricchi a costi sempre più bassi. Queste innovazioni sono anche il motivo principale per cui la produzione giornaliera di petrolio negli Stati Uniti negli ultimi 15 anni è triplicata: «Tutto ciò ha persino cambiato il valore del dollaro. Nel 2008 le importazioni di petrolio hanno rappresentato un terzo del deficit commerciale degli Usa, con conseguente deprezzamento della valuta. Oggi il greggio e i derivati sono le principali esportazioni americane: ne consegue un afflusso di dollari nel mercato domestico e il loro apprezzamento» conclude il banker.

Di Ruben Silva

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