Il “Mezzaverso” tra reale e virtuale, presente e futuro
Il Metaverso ha ripreso prepotentemente la sua corsa mediatica dopo la fiammata di Second Life (il mondo virtuale parallelo lanciato nel 2003, in anticipo rispetto alla maturità tecnologica e ai bisogni dei consumatori di allora) e a seguito della recente decisione di Zuckerberg di rinominare Facebook in Meta
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Il “Mezzaverso” tra reale e virtuale, presente e futuro
Il Metaverso ha ripreso prepotentemente la sua corsa mediatica dopo la fiammata di Second Life (il mondo virtuale parallelo lanciato nel 2003, in anticipo rispetto alla maturità tecnologica e ai bisogni dei consumatori di allora) e a seguito della recente decisione di Zuckerberg di rinominare Facebook in Meta
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Il “Mezzaverso” tra reale e virtuale, presente e futuro
Il Metaverso ha ripreso prepotentemente la sua corsa mediatica dopo la fiammata di Second Life (il mondo virtuale parallelo lanciato nel 2003, in anticipo rispetto alla maturità tecnologica e ai bisogni dei consumatori di allora) e a seguito della recente decisione di Zuckerberg di rinominare Facebook in Meta
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Il Metaverso ha ripreso prepotentemente la sua corsa mediatica dopo la fiammata di Second Life (il mondo virtuale parallelo lanciato nel 2003, in anticipo rispetto alla maturità tecnologica e ai bisogni dei consumatori di allora) e a seguito della recente decisione di Zuckerberg di rinominare Facebook in Meta
Chiamo “Mezzaverso” quella terra di mezzo identificata da due direttrici: quella situata nell’intersezione tra un asse temporale tra presente e futuro e quella funzionale di interazione tra il reale e il virtuale. Allo stato attuale il Metaverso ha ripreso prepotentemente la sua corsa mediatica dopo la fiammata di Second Life (il mondo virtuale parallelo lanciato nel 2003, in anticipo rispetto alla maturità tecnologica e ai bisogni dei consumatori di allora) e a seguito della recente decisione di Zuckerberg di rinominare Facebook in Meta, annunciando una fase nuova del social media all’insegna del web 3.0. In effetti si parla molto di Metaverso, ma le applicazioni pratiche sono ancora limitate, mentre si sta invece sviluppando più velocemente il mondo degli Nft (Non fungible token), relativamente più semplice e commerciale.
Da cosa dipende questa apparente fase attendista di implementazione rispetto alla grande promozione mediatica e di marketing? Ci sono diverse motivazioni. Da un lato le aziende sono incerte: non sanno bene quanto e come investire, ma soprattutto non hanno tutte le competenze e le idee chiare sul modello di business da adottare per sfruttare appieno le opportunità offerte sulla carta dal Metaverso. Dall’altro lato alcune delle tecnologie abilitanti non sono pronte. L’anticipazione di quello che potrà essere la vediamo oggi nei videogame più popolari, che offrono – soprattutto ai giovani della generazione Z – esperienze immersive in 3D.
La partita si giocherà nel ponte tra reale e virtuale. Chi riuscirà a disegnare e implementare un’esperienza dove sia possibile passare senza soluzione di continuità dall’offline all’online e viceversa catturerà il favore di visitatori, che spenderanno tempo e soldi nei loro spazi nel Metaverso. Questo risultato non si può ottenere aspettando ma sperimentando, in modo da accumulare dati ed esperienza ed essere pronti a recepire velocemente le possibilità offerte dalle prossime tecnologie infrastrutturali e dai device evoluti di interfaccia.
Immaginando in maniera più ampia il futuro, dopo questa fase storica di transizione (in cui si affacciano nuovi cicli geopolitici, energetici e demografici) possiamo ipotizzare che nei prossimi decenni le nostre vite saranno pesantemente influenzate dall’intelligenza artificiale e dal Metaverso e governate da nuovi leader nativi digitali, provenienti dalle generazioni Z e Alpha. Oltre 5 miliardi di persone connesse al web spingono inconsapevolmente per entrare nel nuovo mondo.
Di Francesco Orlando
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