Musk, primo chip Neuralink innestato nel cervello umano
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L’annuncio di Elon Musk: è stato innestato questa mattina nel cervello umano il primo chip Neuralink che promette simbiosi tra uomo e macchina

Musk, primo chip Neuralink innestato nel cervello umano
L’annuncio di Elon Musk: è stato innestato questa mattina nel cervello umano il primo chip Neuralink che promette simbiosi tra uomo e macchina
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Musk, primo chip Neuralink innestato nel cervello umano
L’annuncio di Elon Musk: è stato innestato questa mattina nel cervello umano il primo chip Neuralink che promette simbiosi tra uomo e macchina
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AUTORE: Raffaela Mercurio
Elon Musk ha comunicato che la sua startup Neuralink ha installato il suo primo impianto cerebrale in un essere umano e i risultati iniziali sono stati definiti “promettenti”.
L’azienda, fondata nel 2015 dal visionario imprenditore, si pone l’obiettivo di potenziare le capacità umane, curare disturbi neurologici come la SLA o il Parkinson e ottenere, in sintesi, una relazione simbiotica tra uomo e intelligenza artificiale.
Ma come funziona l’impianto? Il “Link”, com’è stato denominato, è un dispositivo delle dimensioni di cinque monete impilate che viene inserito nel cervello umano attraverso un intervento chirurgico invasivo. L’approvazione all’inserimento dell’impianto sugli esseri umani, da parte delle autorità statunitensi e dalla Food and Drug Administration, è arrivata l’anno scorso dopo diversi esperimenti sulle scimmie. Questa scelta ha attirato diverse critiche dal mondo animalista, secondo il quale la società avrebbe abusato dei diritti degli animali violando l’Animal Welfare Act, la legge che regola come i ricercatori possono trattare ed effettuare esperimenti su alcuni animali.
Qualche mese dopo, comunque, è partita la campagna di reclutamento dei volontari. Sul suo account X Musk ha annunciato il nome dell’esperimento finale: “Telepathy” che permetterà di controllare il proprio smartphone o computer soltanto attraverso il pensiero.
I soliti deliri di onnipotenza muskiani o distopica realtà? Staremo a vedere.
di Raffaela Mercurio
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