Quell’asteroide è una miniera
16 Psyche, l’asteroide che vale non meno di 10mila quadrilioni di dollari, circa 100mila volte il Pil globale. La missione della Nasa potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova corsa allo spazio
Quell’asteroide è una miniera
16 Psyche, l’asteroide che vale non meno di 10mila quadrilioni di dollari, circa 100mila volte il Pil globale. La missione della Nasa potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova corsa allo spazio
Quell’asteroide è una miniera
16 Psyche, l’asteroide che vale non meno di 10mila quadrilioni di dollari, circa 100mila volte il Pil globale. La missione della Nasa potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova corsa allo spazio
16 Psyche, l’asteroide che vale non meno di 10mila quadrilioni di dollari, circa 100mila volte il Pil globale. La missione della Nasa potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova corsa allo spazio
C’è un asteroide che vale non meno di 10mila quadrilioni di dollari, circa 100mila volte il Pil globale. E c’è una missione che potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova corsa allo spazio, che vede nell’estrazione commerciale di materie prime dagli asteroidi una futura fonte di reddito. Denominato “16 Psyche”, questo piccolo pianeta si trova a milioni di chilometri dalla Terra (nella fascia posizionata tra Giove e Marte) e contiene una quantità di metalli preziosi – nichel, oro e metalli ricchi di minerali di ferro – difficile da quantificare. Per capire veramente a quanto ammonti il suo patrimonio, basti immaginare che se fosse ripartito per ogni abitante sulla Terra ognuno di noi vedrebbe aumentare il proprio conto corrente di circa 1,3 miliardi di dollari. La Nasa sembra seriamente intenzionata a metterci le mani sopra: circa un anno fa una sonda di nome “Psyche” è decollata dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida. «Team di tecnici e ingegneri lavorano 24 ore su 24 per garantire la buona riuscita di questa missione di esplorazione. L’orbiter percorrerà 2,5 miliardi di miglia verso l’asteroide e potrebbe fornirci maggiori informazioni sui nuclei planetari e su come si formano i pianeti» ha reso noto l’agenzia spaziale statunitense. La sonda è entrata di recente in modalità full cruise, il che significa che ha iniziato a usare i suoi propulsori elettrici di ultima generazione che funzionano emettendo ioni carichi di xeno, alimentati dalla luce solare, in grado di esercitare un’accelerazione costante. Quando vengono espulsi, questi ioni creano una spinta che col tempo consente alla navicella spaziale di accelerare fino a 200mila chilometri all’ora. La sonda dovrebbe raggiungere l’asteroide soltanto nell’agosto del 2029. Nel maggio 2026 è però programmata per fare una manovra nell’orbita di Marte volta ad aumentarne lo slancio, sfruttando la forza gravitazionale del pianeta rosso. Una volta raggiunta la sua destinazione finale, “Psyche” dovrà raccogliere dati fotografando l’asteroide, mappandone la superficie, la gravità e il campo magnetico per circa 26 mesi. Il termine della missione è previsto nel novembre 2031.
“16 Psyche” è il 16esimo asteroide scoperto nella storia dell’umanità ed è stato individuato per la prima volta nel 1852 dall’occhio attento di un nostro connazionale, l’astronomo abruzzese Annibale de Gasparis. Secondo la Nasa, misura circa 173 miglia (280 km) di diametro e 144 miglia (232 km) di lunghezza, con una superficie di 64mila miglia quadrate (165.800 km quadrati). Le sue dimensioni sono una delle ragioni principali dell’interesse americano per questa missione. Nicola Fox, amministratore associato per la direzione delle missioni scientifiche della Nasa, ha spiegato: «Psyche è di gran lunga il più grande ed è per questo che vogliamo andarci (…) Perché è più probabile che gli asteroidi più piccoli siano stati modificati da eventi che li hanno colpiti, mentre secondo noi quelli più grandi sono come delle macchine del tempo rimaste completamente invariate e possono dirci molto sulla formazione dei pianeti». A differenza della maggior parte degli asteroidi, che sono rincipalmente rocciosi o ghiacciati, si ritiene che “16 Psyche” sia composto tra il 30 e il 60% da ferro e nichel. Questo dettaglio ha portato gli scienziati a ipotizzare che potrebbe trattarsi del ‘nucleo esposto’ di un proto-pianeta che ha perso i suoi strati esterni miliardi di anni fa a causa di violente collisioni nel primo sistema solare, o persino dei resti di un diverso tipo di corpo cosmico ricco di metalli.
Di Angelo Annese
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