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rabbia

La rabbia viene cancellata

Si chiama “Emotion-Canceling” e promette di rimuovere la rabbia dalla voce di chi parla. Il sistema è basato sull’intelligenza artificiale

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La rabbia viene cancellata

Si chiama “Emotion-Canceling” e promette di rimuovere la rabbia dalla voce di chi parla. Il sistema è basato sull’intelligenza artificiale

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La rabbia viene cancellata

Si chiama “Emotion-Canceling” e promette di rimuovere la rabbia dalla voce di chi parla. Il sistema è basato sull’intelligenza artificiale

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Si chiama “Emotion-Canceling” e promette di rimuovere la rabbia dalla voce di chi parla. Il sistema è basato sull’intelligenza artificiale

Si chiama “Emotion-Canceling” e promette di rimuovere la rabbia dalla voce di chi parla. Il sistema, basato sull’intelligenza artificiale, è ancora in fase di ricerca e sviluppo da parte di SoftBank, holding finanziaria giapponese che l’ha presentato come una soluzione all’intollerabile carico psicologico imposto agli operatori dei call center. La tecnologia altera la voce di chi chiama per esempio per lamentarsi di un disservizio, modificandola in tempo reale: il vocabolario rimane intatto (per ora), ma il tono di voce viene reso neutro e la rabbia ‘cancellata’.

La collera è certamente molto spiacevole per chi la subisce, ma può anche essere legittima. Occorre cautela dunque nell’eliminarla artificialmente dalle relazioni con i clienti. Verrebbe da dire che la strategia migliore sia quella di restare infuriati. E, a giudicare dagli annuali sondaggi di Gallup sullo stato emotivo del mondo, più arrabbiati e tristi lo siamo tutti: certo, gli afghani più dei danesi. Dunque, non basterà certo rimuovere un’emozione che trapela dalla voce di qualcuno per risolvere la situazione. 

Il “Global Emotions Report 2023” – che si basa su 147mila interviste effettuate con adulti di 142 Paesi – offre un’istantanea ottenuta dalla mappatura delle ultime misurazioni sulle esperienze quotidiane positive e negative di tutto il mondo. Comprendere lo stato d’animo delle persone non è solo un affare privato: al contrario, è un fattore essenziale per i leader che si impegnano a creare luoghi di lavoro, istituzioni, comunità e Paesi prosperi. Secondo il rapporto, il numero di esperienze positive ha registrato una certa ripresa nel 2022 dopo essere rimasto relativamente stabile negli anni precedenti. «Quando le persone hanno iniziato a uscire dalla morsa della pandemia, si sono sentite come liberate» hanno commentato dalla multinazionale Usa di analisi e consulenza. Ma non è ancora arrivato il momento di festeggiare, a quanto pare. Nella mappa di chi vive esperienze negative ci sono Paesi attraversati da problemi politici o di sicurezza: tra questi, Afghanistan e Sierra Leone, il che non sorprende poiché il rapporto è stato redatto circa un anno dopo che i talebani hanno ufficialmente preso il controllo del Paese asiatico e dopo le proteste per la qualità della vita e i problemi politici nello Stato africano.

Interessante invece l’osservazione secondo cui i Paesi con le esperienze più positive tendono a essere quelli in America Latina e nel Sud-Est asiatico, i cui cittadini non godono certamente di standard elevati di benessere e protezione sociale. Questo perché «felicità ed esperienze positive sono correlate, ma non sono la stessa cosa. Un finlandese, pur dichiarando di essere generalmente soddisfatto della propria vita, potrebbe ridere molto meno rispetto a un latino americano» spiega Lyle Ungar, professore di Informatica e Scienze dell’informazione presso l’Università della Pennsylvania.

I sentimenti misurati da Gallup sono insomma relativamente a breve termine, mentre la felicità a lungo termine è misurata dalla soddisfazione della vita. E sì, i fattori più importanti che ostacolano una vita felice sono certamente la povertà e la salute. Ma gli aspetti più decisivi per coltivare la felicità sono alla portata di ogni individuo: il senso della vita e le relazioni sociali.

di Ilaria Donatio

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