Se l’unione è la forza del plotone
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L’opzione multiplayer nei videogiochi iniziò a spopolare con la diffusione di Internet, ma era già dai tempi delle sale giochi che veniva utilizzata con assiduità. Fu dal 1978 che nacquero titoli progettati appositamente per essere fruiti attraverso l’azione cooperativa di due giocatori.

Se l’unione è la forza del plotone
L’opzione multiplayer nei videogiochi iniziò a spopolare con la diffusione di Internet, ma era già dai tempi delle sale giochi che veniva utilizzata con assiduità. Fu dal 1978 che nacquero titoli progettati appositamente per essere fruiti attraverso l’azione cooperativa di due giocatori.
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Se l’unione è la forza del plotone
L’opzione multiplayer nei videogiochi iniziò a spopolare con la diffusione di Internet, ma era già dai tempi delle sale giochi che veniva utilizzata con assiduità. Fu dal 1978 che nacquero titoli progettati appositamente per essere fruiti attraverso l’azione cooperativa di due giocatori.
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Sebbene l’opzione multiplayer nei videogiochi abbia iniziato a spopolare con la diffusione di Internet, era già dai tempi delle sale giochi che veniva utilizzata con assiduità; addirittura quelli che sono universalmente riconosciuti come i primi videogame della storia (“Tennis for Two” del 1958 e “Spacewar!” del 1962) furono realizzati per essere utilizzati soltanto da due giocatori, pure a causa della mancanza di un’intelligenza artificiale programmata in modo più o meno efficace.
Ma se il multiplayer nasce per diffondersi soprattutto come modalità competitiva, iniziano già dal 1978 (con “Fire Truck” di Atari) a spuntare dei titoli progettati appositamente per essere fruiti attraverso l’azione cooperativa di due giocatori. Comincia così a prendere piede un trend che raggiungerà il suo apice a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta grazie ai cosiddetti beat ’em up dove i due player si danno manforte a vicenda per sgominare orde di avversari a suon di sganassoni et similia.
Anche se il multiplayer cooperativo rimane tutt’oggi meno praticato e diffuso (infatti solo una frazione del catalogo videoludico lo prevede) rispetto a quello competitivo, esistono però esempi virtuosi degni di nota e non è un caso che sia stato proprio un gioco cooperativo – “It Takes Two”, che ha già venduto la ragguardevole cifra di 5 milioni di unità – ad aver vinto ai prestigiosi Game Awards del 2021 il premio più importante, cioè quello di miglior videogame dell’anno.
Tra le recenti uscite in ambito multiplayer coop, il posto d’onore spetta all’imperdibile “Tom Clancy’s Rainbow Six Extraction”, ultimo capitolo dell’avvincente serie ultraventennale ispirata all’omonimo romanzo del celeberrimo scrittore americano. In una rischiosa serie di missioni ambientate tra l’Alaska e il New Mexico, la squadra di antiterrorismo internazionale Rainbow si ritroverà a dover affrontare la minaccia più letale di tutti i tempi: l’invasione di un parassita alieno che genera mostri spaventosi.
Dopo aver selezionato il proprio personaggio da una ventina di specialisti, si entrerà in un gruppo di tre giocatori con cui ci sarà da coordinarsi sul campo utilizzando in modo tattico tutte le proprie abilità per cercare di portare a termine obiettivi che vanno dall’assalto dei nidi alieni alla cattura di vari esemplari per studi scientifici. Emozioni al cardiopalma garantite in questo gioiello targato Ubisoft.
Anche se non esplicitamente progettato per la modalità cooperativa, l’eccellente “Dying Light 2: Stay Human” risulta ancora più godibile se giocato in compagnia, con un massimo di 4 partecipanti a partita. Si tratta di un horror d’azione con visuale in prima persona, ambientato in un futuro post apocalittico piagato da un virus che trasforma le persone in zombie.
Nel ruolo di una sorta di postino dalle notevoli capacità atletiche (nel gioco sono state riprodotte numerose acrobazie di parkour) bisognerà riuscire a sopravvivere, esplorando un’enorme città in rovina e portando a termine con successo compiti sempre più impegnativi e temerari. Il cast di attori digitali – che annovera volti noti di Hollywood come Rosario Dawson – conferisce ulteriore atmosfera a questo meraviglioso prodotto.
Fino a 4 giocatori potranno sollazzarsi ad esplorare insieme i pericolosi labirinti sotterranei di “Vagante”, epico videogame di ruolo con elementi platform, in cui si inizierà scegliendo se vestire i panni di un cavaliere, di un mago o di un arciere per fronteggiare al meglio i numerosi nemici e le trappole insidiose quanto mortali disseminate nei vari livelli – sempre diversi a ogni sessione grazie all’implementazione di ottimi algoritmi di generazione procedurale.
La sopraffina grafica in pixel art rende addirittura esilaranti le numerose dipartite a cui si andrà certamente incontro, assicurando divertimento a palate a tutti i partecipanti.
Di Piermarco Rosa
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Tag: tecnologia, Videogame
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