TikTok vuole vietare l’utilizzo dei filtri di “bellezza” ai minorenni europei
I filtri Bold Glamour – che alterano i lineamenti del viso – sono stati ritenuti dannosi per lo sviluppo psicologico dei minorenni. TikTok corre ai ripari
TikTok vuole vietare l’utilizzo dei filtri di “bellezza” ai minorenni europei
I filtri Bold Glamour – che alterano i lineamenti del viso – sono stati ritenuti dannosi per lo sviluppo psicologico dei minorenni. TikTok corre ai ripari
TikTok vuole vietare l’utilizzo dei filtri di “bellezza” ai minorenni europei
I filtri Bold Glamour – che alterano i lineamenti del viso – sono stati ritenuti dannosi per lo sviluppo psicologico dei minorenni. TikTok corre ai ripari
I filtri Bold Glamour – che alterano i lineamenti del viso – sono stati ritenuti dannosi per lo sviluppo psicologico dei minorenni. TikTok corre ai ripari
A chi non è mai capitato di cambiare i propri connotati con i filtri dei social network, anche soltanto per gioco? Basta un attimo per farsi il mascellone, la pelle vellutata, le labbra carnose o gli occhi da cerbiatto con un semplice tap sullo schermo. In questo TikTok è una delle piattaforme con la maggiore offerta e i filtri per cambiare i lineamenti del proprio viso abbondano. Sul social ammiraglio del dragone rosso, però, non mancano nemmeno i minorenni, che rappresentano la quota più significativa degli utenti. Questi abusano dei filtri di bellezza, diventati ormai parte integrante del linguaggio comunicativo vigente all’interno della piattaforma stessa. Da tempi non sospetti, diversi studi hanno evidenziato la facilità con cui queste pratiche quotidiane possano instillare una proiezione del se sfalsata nelle fragili menti dei giovanissimi. Il tutto, talvolta, può sfociare in stati depressivi creando ansia e alienazione, in quanto l’utente non si vuole più riconoscere nella propria versione offline che, in confronto a quella online “ritoccata” dai filtri, risulta “difettosa”. Il boom dei ritocchini estetici al compimento della maggiore età raggiunto negli ultimi anni, ne è una prova tangibile.
L’azienda, che ha fatto la sua fortuna proprio con i balletti e i trend promulgati dagli algoritmi che incentivavano l’utilizzo di questi filtri, oggi sta cambiando volto e lo scorso 27 novembre ha rilasciato un comunicato nel quale promette di attuare nuove politiche per rafforzare la sicurezza della piattaforma. Oltre a un restauro generale della sua immagine con algoritmi che dovrebbero premiare i contenuti più divulgativi, dentro alle nuove linee guida implementate dall’azienda pechinese, sono incluse misure relative a tutelare la salute mentale dei suoi utenti. Come si legge nel comunicato: “TikTok ha deciso di istruire i suoi moderatori e creare degli algoritmi ad hoc col fine di identificare i profili social dei minorenni, che devono comunque avere almeno 13 anni, e applicare le dovute restrizioni.”. Entro fine anno, per utilizzare i Bold Glamour bisognerà avere 18 anni compiuti.
Il social network è quinto al mondo per importanza e conta 1,6 miliardi di utenti attivi dei quali 175 milioni solo in Europa, mercato nel quale vuole investire. La stretta sui contenuti diseducativi, nella quale rientra la scelta di bannare i filtri di bellezza arriva in risposta a un rapporto di internetmatters.com che indaga sull’uso problematico dei social network da parte dei minorenni. Lo studio cerca di spiegare come questi abbiano mutato il loro senso di autenticità, appartenenza e relazione con l’altro contribuendo a costruire una visione distorta del mondo che li circonda. Gli adolescenti vivono un’età delicata nella quale si evade dal focolare domestico ritrovandosi a fare i conti con una pressione sociale incalzante che li sprona a inseguire una perfezione illusoria che risulta impossibile da raggiungere. Dunque, modificando costantemente i selfie in questa fase della crescita si realizza un’immagine “residua” di se stessi che non avendo un riscontro nella realtà può dare luogo a importanti scompensi, contribuendo a frammentare ulteriormente la propria costruzione identitaria. Lo stesso vale anche per coloro i quali sperimentano identità fittizie e interscambiabili switchando da un profilo all’altro. A lungo andare questi processi possono dare luogo a episodi frustranti e traumatici che ne ledono l’autostima facendo insorgere importanti problemi psicologici. L’utilizzo dei filtri di bellezza, infatti, è soltanto la punta dell’iceberg di una serie di comportamenti pericolosi e nocivi che andrebbero attenzionati, ma si tratta di un evento positivo che conferma l’impegno delle big tech nel prendere sul serio la salute mentale degli utenti più fragili.
di Angelo Annese
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche