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Una casa smart contro la guerra del gas

La guerra in Ucraina ha accelerato l’utilizzo di energia “a chilometro zero” e il risparmio intelligente delle risorse, come le smart home.
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Una casa smart contro la guerra del gas

La guerra in Ucraina ha accelerato l’utilizzo di energia “a chilometro zero” e il risparmio intelligente delle risorse, come le smart home.
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Una casa smart contro la guerra del gas

La guerra in Ucraina ha accelerato l’utilizzo di energia “a chilometro zero” e il risparmio intelligente delle risorse, come le smart home.
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La guerra in Ucraina ha accelerato l’utilizzo di energia “a chilometro zero” e il risparmio intelligente delle risorse, come le smart home.
Sono gli acceleratori della storia. Come la macchina a vapore che ci ha condotto alla civiltà dei consumi. Come il computer, chiave degli Usa per vincere la gara tecnologica ingaggiata con l’Urss durante la Guerra fredda. Come la pandemia da Covid-19, che ha accelerato l’alfabetizzazione digitale dell’umanità trasformando miliardi di cittadini in telelavoratori smart, gli studenti in discenti a distanza e le aziende tecnologiche in monopoli trilionari. E ora l’aggressione di un despota – criminale di guerra, di cereali e di gas – ha accelerato l’energia “a chilometro zero” e il risparmio intelligente delle risorse, verso qualcosa che assomiglia molto alla sbertucciatissima decrescita felice. Nel “ciascuno faccia la sua parte” si lavora alla sostenibilità nell’offerta di energia (pur inciampando ancora nel carbone e scivolando nel petrolio) ma anche alla ottimizzazione della domanda. Miliardi di abitanti non solo organizzano, volenti o nolenti, un consumo parsimonioso ma anelano un personale consumo intelligente, per la gioia delle aziende di domotica con intelligenza artificiale. Erano 259 milioni le smart home nel 2021; primi gli Usa, poi la Cina e l’Europa. Fra tre anni dovrebbero essere 800 milioni. Di intelligenza artificiale nelle case c’è sempre più frettolosamente bisogno, perché è un efficiente strumento di ottimizzazione dei consumi (con alcuni sistemi si risparmia fino al 50% di energia). Tutti i pezzi di conforto per miliardi di famiglie – dai condizionatori ai termosifoni, dai pannelli fotovoltaici ai forni a microonde, dagli antifurti alle auto elettriche e ai robot casalinghi – cumulano una pesante domanda di energia elettrica. Possiamo tentare di chiudere, riaprire, regolare, abbassare, alzare e controllare ognuno di quegli aggeggi, ventiquattro ore su ventiquattro, saltando da un apparato all’altro. Oppure far intervenire la nostra consolidata protesi universale (lo smartphone) con una app irrorata da tanta intelligenza artificiale. L’offerta non manca e arriva soprattutto dai soliti giganti tecnologici statunitensi, sudcoreani e giapponesi (Google, Amazon, Apple, LG, Samsung, Sony et cetera) che sono, da anni, riusciti ad abituarci a parlare con oggetti come il cellulare o le casse acustiche intelligenti (smart speaker attrezzati con l’IA), intenzionali apripista delle smart home. Le applicazioni per le case intelligenti raccolgono dati con cui arrivano a predire i comportamenti degli utenti, a sviluppare un’analisi ‘consapevole’ della situazione energetica di casa e a prendere decisioni autonome. Si dice che la casa “sviluppa un suo cervello”. Loro, gli apparati smart della casa smart, sapranno tutte le nostre abitudini orarie, quando prendere una medicina, a quali alimenti siamo intolleranti, a quali telefonate rispondere o negarsi, quante pulsazioni e pressione abbiamo quando parliamo con qualcuno che amiamo o detestiamo, chi ci farà visita, quando e perché, ogni nostra preferenza, gusto, intenzione. E le aziende costruttrici delle smart home avranno così di noi un identikit infinitamente più corposo e dettagliato degli attuali dati catturati attraverso il web (2/3 degli statunitensi ritiene che i dispositivi intelligenti siano usati dal governo e dalle aziende per spiare le persone). Ancora una volta i dati glieli offriremo noi, in cambio di qualche risparmio e comodità in più. L’alibi sarà di rimanere senza più problemi, piccoli e grandi. Senza la torta che brucia nel forno. Senza la rissa famigliare su quale film vedere. Senza la bolletta che brucia fra le mani. Cioè senza un po’ di vita da vivere. Di Edoardo Fleischner

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