Xiaomi YU7, 200mila per il clone della Ferrari Purosangue
Duecentomila ordini in appena tre minuti. Tante sono state le richieste per quello che è un vero e proprio clone della Ferrari Purosangue, lo Xiaomi YU7
Xiaomi YU7, 200mila per il clone della Ferrari Purosangue
Duecentomila ordini in appena tre minuti. Tante sono state le richieste per quello che è un vero e proprio clone della Ferrari Purosangue, lo Xiaomi YU7
Xiaomi YU7, 200mila per il clone della Ferrari Purosangue
Duecentomila ordini in appena tre minuti. Tante sono state le richieste per quello che è un vero e proprio clone della Ferrari Purosangue, lo Xiaomi YU7
Duecentomila ordini in appena tre minuti. Tante sono state le richieste per quello che è un vero e proprio clone della Ferrari Purosangue. Xiaomi YU7 – sì, gli stessi produttori di cellulari – è il nuovo crossover del colosso cinese da ieri ufficialmente in vendita (non in Italia) con tre modelli i cui nomi ricordano più degli smartphone e i cui prezzi sono molto più bassi di quelli delle altre concorrenti, fra tutte Tesla e la connazionale Byd. Il modello pare destinato a sbarcare in futuro anche in Europa, mettendo potenzialmente in crisi un settore già molto provato. L’auto, che a tutti gli effetti è un Suv, viene venduta a una cifra compresa tra i 33 e i 40mila euro, un prezzo super competitivo se si pensa ai tanti optional e al design sportivo.
Sono numeri insostenibili per le case automobilistiche occidentali, che hanno costi di produzione completamente diversi. È di fatto una concorrenza che non trova soluzioni se non quella di applicare dazi commerciali pesantissimi. Un’ipotesi remota che mette a rischio i gruppi europei, salvo nel caso diventino ‘aggressivi’ nell’offerta tanto quanto i cinesi. Sì, ma come? La differenza del costo del lavoro è una voce che da sola mette in crisi qualunque piano. Fino a quando il governo cinese non dirà eventualmente stop al dumping fra i produttori del Dragone (i primi segnali sono già arrivati nelle scorse settimane e la sovrapproduzione è un problema), a trarne vantaggio sarà l’utente finale: più offerta a minor prezzo.
di Ilaria Cuzzolin
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