Scoppia la bolla del Chewing-gum
Nel 2020 calo di vendite del 14%. Sul banco degli imputati mascherine e smartphone ma c’è anche una generazione che non ne riconosce più l’appeal.
Scoppia la bolla del Chewing-gum
Nel 2020 calo di vendite del 14%. Sul banco degli imputati mascherine e smartphone ma c’è anche una generazione che non ne riconosce più l’appeal.
Scoppia la bolla del Chewing-gum
Nel 2020 calo di vendite del 14%. Sul banco degli imputati mascherine e smartphone ma c’è anche una generazione che non ne riconosce più l’appeal.
Nel 2020 calo di vendite del 14%. Sul banco degli imputati mascherine e smartphone ma c’è anche una generazione che non ne riconosce più l’appeal.
Il settore delle gomme da masticare vive la sua crisi più profonda: solo nel 2020 le perdite sono state del -14% al netto di un calo generale registrato già prima del Covid. Colpa delle mascherine quindi, che non ne facilitano l’utilizzo, ma c’è molto di più.
Quello che, negli anni del boom economico, era considerato un simbolo di ribellione e sex appeal, ora appare un gesto retrò, un’abitudine poco salutare e per nulla eco-friendly. Le gomme da masticare non sono composte, come un tempo, da ingredienti naturali ma di vera e propria plastica, nello specifico di un materiale derivante dal petrolio non biodegradabile.
L’argomento è ben esposto nel documentario di Andrew Nisker “Dark Side of the Chew” dove è ben spiegato come ogni chewing-gum impieghi circa cinque anni per decomporsi. Il costo per la loro rimozione dai marciapiedi è pari a dieci volte il costo del prodotto.
Anche per questo la new generation, profondamente impegnata nella salvaguardia del nostro pianeta, l’ha messa al bando.
L’uso degli smartphone ne ha poi accelerato il declino: il passatempo una volta rappresentato da acquisti compulsivi alla cassa del supermercato (di chewing-gum, ça va sans dire) ora è soppiantato dall’utilizzo del proprio cellulare.
Più like e meno gomme da masticare.
La storia dei chewing-gum non è affatto recente.
Maya e Aztechi masticavano una gomma naturale detta “Chicle”, ad esempio, ma solo nel 1869 nasceva il primo prototipo di gomma moderna. L’ideatore? Un dentista statunitense, William Sample, che ne migliorò consistenza e gusto. Gli alleati americani durante la Seconda Guerra Mondiale la portarono in Italia e da quel momento il successo. Il sogno americano stava anche in una piccola strisciolina elastica. Cinema e musica contribuirono a caricarla di significato: divenne un gesto ribelle, sfrontato, moderno ed accattivante. Come dimenticare le enormi bolle rosa di Frenchy in “Grease” (1978) o quel masticare coatto di Jessica in “Viaggi di nozze” (1995)? Che ne è di tutto questo? Un’epoca fatta di ricordi e icone nostalgiche mista a quella consapevolezza che, prima o poi, i gusti cambiano. Nemmeno quelli più strani, come quello alla Coca Cola o all’Uva, hanno aiutato le gomme a rimanere sulla cresta dell’onda. Anzi, forse hanno persino contribuito alla loro fine.La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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Tag: giovani
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