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Come usare LinkedIn: a lezione dal Country Manager

Come restare al passo con il nuovo mondo del lavoro, non essere vittima, ma protagonista del cambiamento? Lo abbiamo chiesto a uno dei massimi esperti sul tema: il Country Manager di LinkedIn Italia, Marcello Albergoni. 
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Come usare LinkedIn: a lezione dal Country Manager

Come restare al passo con il nuovo mondo del lavoro, non essere vittima, ma protagonista del cambiamento? Lo abbiamo chiesto a uno dei massimi esperti sul tema: il Country Manager di LinkedIn Italia, Marcello Albergoni. 
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Come usare LinkedIn: a lezione dal Country Manager

Come restare al passo con il nuovo mondo del lavoro, non essere vittima, ma protagonista del cambiamento? Lo abbiamo chiesto a uno dei massimi esperti sul tema: il Country Manager di LinkedIn Italia, Marcello Albergoni. 
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Come restare al passo con il nuovo mondo del lavoro, non essere vittima, ma protagonista del cambiamento? Lo abbiamo chiesto a uno dei massimi esperti sul tema: il Country Manager di LinkedIn Italia, Marcello Albergoni. 
Nel nostro spazio presso la Fondazione Ente dello Spettacolo al Festival del Cinema di Venezia, il Direttore Fulvio Giuliani ha intervistato Marcello Albergoni, il manager che dal 2011  guida “il social del lavoro” in Italia. Nonostante la sua matrice americana, LinkedIn Italia è una realtà profondamente radicata nel mercato del lavoro italiano, che conta 15 milioni di iscritti. Per molti, si tratta semplicemente di una piattaforma in cui caricare il proprio curriculum quando si sta cercando lavoro. Ma le opportunità offerte da LinkedIn sono molte di più. “È una realtà che nasce con l’idea di trasformare un mondo digitale in qualcosa di fisico – spiega l’esperto –  Quando l’abbiamo fatto partire, il 10 dicembre 2011, LinkedIn Italia contava poco più di 1 milione di iscritti. La nostra intenzione era farlo diventare la piattaforma dove le persone depositano la propria identità professionale al di là del fatto che siano o meno alla ricerca di un lavoro“, esordisce Albergoni. Un grande limite nell’uso di questo social deriva dalla convinzione che sia rivolto solo ai lavoratori e non agli studenti. “Prima che tu abbia idea di cosa vuoi fare – continua il manager – devi essere ispirato da chi offre opportunità di lavoro. Non solo le aziende ma anche le Università pescano gli studenti più meritevoli dalla nostra piattaforma. Questo meccanismo in USA è già acquisito, da noi eravamo molto indietro, ma adesso siamo a un buon punto con il lavoro fatto in quasi 10 anni”. La crescita di LinkedIn è dimostrata dai numeri: “Oggi abbiamo superato i 15 milioni di iscritti con un ritmo di 3 nuovi iscritti al secondo. I segmenti che sono saliti di più a bordo sono stati sicuramente i professionisti in ambito tecnologico e di consulenza, ma anche tantissime altre realtà. I giovani sono un segmento che sta crescendo in maniera molto importante”, precisa. Il fine del social è far incontrare aziende e professionisti, e anche qui i numeri parlano chiaro: “Ogni minuto 3 lavoratori trovano lavoro grazie a LinkedIn. Nonostante ciò, la strada è ancora lunga se pensiamo che in Italia sono iscritti 15 milioni su 25 milioni di professionisti” . Molti desiderano cambiare lavoro, ma poi non hanno un profilo su LinkedIn, il che equivale a tenersi il curriculum nascosto nel cassetto. Nei prossimi 2 anni in Italia ci saranno 150 mila nuovi posti di lavoro in ambito digitale e probabilmente ne riusciremo a produrre meno della metà“, ammonisce Albergoni.

Le nuove professioni e l’opportunità del reskilling

La questione allora non può che virare sulle nuove figure richieste dal mercato: “In tante città abbiamo un tasso di disoccupazione altissimo perché magari continuiamo a produrre avvocati, architetti, designer, tutte professioni già sature. In questo senso un aspetto fondamentale è quello del reskilling, ovvero la capacità di reinventarsi, riposizionarsi attraverso l’acquisizione di nuove abilità. L’obiettivo è quello di dare un’opportunità economica a ogni professionista. Spesso si è ancorati al passato, si ha paura del cambiamento che può, in realtà, fornire una svolta che il lavoratore neanche immaginava”, dice Albergoni. Ma non si cambia approccio se non si viene educati a farlo, se non viene mostrata la miriade di opportunità presenti nel mondo del lavoro. Ne è convinto il dirigente che spiega: “I genitori hanno un ruolo fondamentale nel far conoscere il mercato del lavoro. Deve partire da loro l’input di far seguire ai propri figli i profili di aziende nei settori di loro interesse. Questo lo si può fare già da studenti ed è una grande opportunità per entrare in contatto con brand e professionisti che hanno tanto da insegnare. Anche questo è fare curriculum”.  Oltre alle famiglie, un altro ruolo fondamentale è quello delle aziende. In LinkedIn, per esempio, lavorano dei ragazzi giovani, che possano sbagliare e crescere. Sono quelli che si definiscono rischi intelligenti.   “Molti pensano che siccome siamo una realtà tecnologica, assumiamo solo informatici o ingegneri – puntualizza il professionista – Invece, in LinkedIn assumiamo persone con culture molto diverse tra loro: laureati in lettere, in filosofia, e così via perché la diversità ci aiuta a portare a bordo persone che poi diventano la svolta dell’azienda. Tanto è vero che tariamo i nostri risultati anche su un piano annuale di diversità e inclusione”. Fondamentale, dunque, è vedere il cambiamento come una strada per trovare il lavoro giusto, come una possibilità per essere più soddisfatti e felici. Non basta il reskilling quindi. Un tema fondamentale è la felicità dei lavoratori in azienda: non può più essere sottovalutato come viene fatto ancora in aziende medio-piccole in Italia. I manager d’azienda devono essere di ispirazione, si dovrebbe uscire dal lavoro con il sorriso. 

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