“100×100”: un ponte che unisce i bambini
“100×100 – Ponti dell’Istruzione” non è più soltanto un’idea. È diventato un progetto operativo che coinvolge oltre 270 scuole ucraine e un numero crescente di istituti italiani
“100×100”: un ponte che unisce i bambini
“100×100 – Ponti dell’Istruzione” non è più soltanto un’idea. È diventato un progetto operativo che coinvolge oltre 270 scuole ucraine e un numero crescente di istituti italiani
“100×100”: un ponte che unisce i bambini
“100×100 – Ponti dell’Istruzione” non è più soltanto un’idea. È diventato un progetto operativo che coinvolge oltre 270 scuole ucraine e un numero crescente di istituti italiani
Quando la connessione cade, i bambini non si fermano. Lo schermo si blocca, l’audio va e viene, dall’Ucraina arriva solo un’immagine sgranata. Eppure qualcosa passa lo stesso: mani che disegnano cuoricini, saluti mimati, sorrisi trattenuti finché la linea regge. «Anche quando non si sentiva niente i bambini continuavano a salutarsi così. Non riuscivano a parlarsi, ma non volevano lasciarsi» racconta Anna, 36 anni, mediatrice culturale ucraina che vive a Bari.
A un mese dal suo avvio, “100×100 – Ponti dell’Istruzione” non è più soltanto un’idea. È diventato un progetto operativo che coinvolge oltre 270 scuole ucraine e un numero crescente di istituti italiani, mettendo in relazione classi, insegnanti e territori. L’iniziativa è promossa dal Congresso nazionale delle associazioni ucraine in Italia (Cnaui), organizzazione di cooperazione internazionale che riunisce 44 associazioni e che oggi rappresenta in Italia otto regioni ucraine e oltre 200 amministrazioni locali di quel Paese, alla base dei memorandum di cooperazione firmati con enti e Comuni italiani.
Il progetto delle scuole è infatti una delle articolazioni di un lavoro più ampio di cooperazione avviato dal Congresso dall’inizio di quest’anno, che comprende partenariati istituzionali, scambi culturali, programmi educativi e dialogo tra amministrazioni locali. Un modello che vede il Cnaui agire come interlocutore strutturato delle amministrazioni statali e territoriali ucraine, traducendo le intese politiche in iniziative concrete sul territorio italiano.
Le prime esperienze scolastiche raccontano meglio di qualsiasi documento cosa significhi questo ponte educativo. A Manfredonia (Foggia) gli studenti dell’Istituto comprensivo “Don Milani Uno + Maiorano” hanno già avviato due videolezioni con la scuola n. 7 di Haisyn, nella regione di Vinnycja: presentazioni reciproche, racconti delle città, un percorso comune che porterà a un festival natalizio virtuale. A Bari gli alunni dell’Istituto “Michelangelo” hanno celebrato un “Natale insieme” con una scuola della regione di Kyiv, condividendo canti, simboli e tradizioni.
Negli ultimi giorni il progetto ha iniziato a radicarsi anche in grandi città italiane. A Roma il Liceo-Ginnasio “Augusto” ha avviato il processo organizzativo per un webinar con una scuola di Ternopil, nell’Ucraina occidentale, con l’obiettivo di realizzare un primo incontro tra studenti prima delle festività. Esperienze diverse per contesto e livello scolastico, ma unite dalla stessa idea: trasformare la scuola in uno spazio di cooperazione europea reale. Non tutto è semplice.
«In Ucraina spesso manca la luce o la connessione, ma anche così i bambini non rinunciano» spiega Anna. Durante una lezione i ragazzi ucraini hanno cantato la canzone che intonano di solito prima di scendere nei rifugi e quelli italiani hanno iniziato a ballare con loro. In un altro incontro, dopo l’inno ucraino è arrivato spontaneo “Fratelli d’Italia”. Piccoli gesti che però raccontano molto.
Intorno alle classi si muove intanto una rete istituzionale più ampia. A Silvi (Teramo) e a Bari nelle ultime settimane si sono tenuti forum internazionali “Ucraina-Italia” che hanno rafforzato i partenariati tra Comuni dei due Paesi. In questi contesti il progetto “100×100” è stato indicato come uno degli strumenti più efficaci per investire sui giovani e dare continuità ai memorandum di cooperazione già firmati.
Non è un caso che molte attività si siano svolte il 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani. In Ucraina, dove il diritto all’istruzione è messo alla prova ogni giorno dalla guerra, parlare di scuola significa parlare di dignità, libertà e futuro. I “Ponti dell’Istruzione” ricordano che la cooperazione internazionale non vive soltanto nei documenti ufficiali ma anche in un’aula scolastica che resta aperta, in una connessione che tiene, in bambini che continuano a parlarsi nonostante tutto.
Di Giulio Albano
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